Metodi di sbiancamento dentale, differenze e controindicazioni
Spesso i cibi e le bevande che quotidianamente consumiamo contribuiscono a rendere i nostri denti macchiati, conferendogli quel colore giallognolo che non fa apparire nel modo giusto il nostro sorriso.
Le moderne tecniche dei dentisti hanno reso questo problema decisamente ovviabile, grazie ad alcune tecniche di sbiancamento dei denti che tornano a far brillare lo smalto, mantenendo i denti sani , forti e luminosi.
Compito di questo articolo sarà quindi esplicare le principali tecniche di sbiancamento dentale e di capire come funziona questa procedura nel complesso.
Che cos’è lo sbiancamento dentale?
Lo sbiancamento dentale è un metodo dentistico in grado di riportare il colore dei denti a uno stato originario, ovvero senza macchie e scolorimenti dovuti a sostanze come caffè, tè, al fumo di sigaretta e ad alcuni cibi particolarmente corrosivi.
Tutte queste sostanze contribuiscono quindi a ingiallire il dente, oltre che a formare tartaro e placca che a loro volta rendono danneggiato lo smalto. Ma vediamo nel concreto quali sono le principali tecniche di sbiancamento.
Procedura preliminare e indicazioni
Prima di effettuare lo sbiancamento dei denti, è bene proteggerli mediante l’impiego di una diga liquida che eviterà l’intaccamento dello smalto, con la conseguente corrosione e perdita di forza del dente stesso. Infatti i principali metodi di sbiancamento utilizzano agenti sbiancanti a base di perossido, il quale sbianca i denti grazie alla forza pulente dell’ossigeno presente nella propria composizione.
Lo sbiancamento dei denti professionale quindi va effettuato con cautela, e anche se esistono opzioni “casalinghe”, è bene consultare uno specialista, onde conoscere le giuste concentrazioni di principio attivo ed isolare i tessuti circostanti in maniera adeguata, al fine di evitare irritazioni ai tessuti gengivali e alle mucose.
È inoltre fondamentale sapere che ad un maggior tempo di permanenza del perossido sulla superficie dentale corrisponde un maggior effetto sbiancante; tuttavia, il gel a base di potrebbe intaccare tessuti dentali, specie quelli più vicini alla polpa, aumentando di conseguenza irritazioni ed ipersensibilità del paziente a tali agenti chimici.
Per tale motivo è sempre buona norma discutere con il proprio dentista quale sia la procedura migliore per lo sbiancamento dentale.
Principali metodi per sbiancare i denti e differenze
Abbiamo già anticipato, anche in maniera molto generica, che i trattamenti di sbiancamento dentale possono suddividersi in applicazioni fai da te da svolgere comodamente a casa propria, e vere e proprie sedute terapiche dal dentista.
Ovviamente i risultati di queste due principali vie sono molto differenti, in quanto una normale a seduta di sbiancamento professionale eseguita alla poltrona si ha un tempo di applicazione dello sbiancante nettamente inferiore, vista l’elevata concentrazione del principio attivo applicato sullo smalto.
Presso il dentista perciò si utilizzano prodotti concentrati molto professionali, di cui una persona normale non conosce né la posologia né i tempi di applicazione; inoltre , bastano poche decine di minuti per ottenere già risultati apprezzabili.
In un paio di sedute alla poltrona sono quindi ottenibili risultati che difficilmente si conseguono a casa coi normali kit a base di mascherine o strisce sbiancanti: infatti tali applicazioni domiciliari devono essere distribuite in più volte a livello di frequenza, tempi di posa che raggiungono anche un paio di ore, a seconda della concentrazione del perossido presente nel prodotto in questione.
Un’altra sostanziale differenza consiste perciò nella tipologia dell’agente sbiancante: infatti il dentista usa solitamente il perossido di idrogeno, ossia acqua ossigenata ad alta concentrazione volumica, che viene stimolata o meno da luci a led; per quanto riguarda invece i trattamenti domiciliari, nei normali kit di sbiancamento si impiega il perossido di carbamide, il quale si disperde a contatto con la saliva della bocca, ed è perciò decisamente meno irritante per i tessuti rispetto al perossido.
Tecnica di sbiancamento con il laser
La tecnica di sbiancamento che prevede l’impiego del laser si basa sull’applicazione di un gel con all’interno del perossido di idrogeno, che viene applicato direttamente sullo smalto dei denti. Il laser serve semplicemente ad accelerare il processo di sbiancamento dentale, andando a stimolare a livello fotico le sostanze chimiche presenti nel gel stesso. Il laser quindi altro non fa che diminuire il tempo del trattamento in sé, non costituendo alcuna minaccia per la salute dei denti.
Lo sbiancamento dentale con lampada a led
Il processo di sbiancamento può essere sollecitato anche mediante l’uso di speciali lampade a led, le quali riflettono una luce in grado di stimolare la velocità dello sbiancamento rispetto alla sola applicazione del perossido. E’ molto simile quindi allo sbiancamento mediante laser, e al pari di questa tecnica, va eseguita previa una rimozione accurata del tartaro e della placca, al fine di rendere superficie dentale priva di residui che renderebbero difficile lo sbiancamento dello smalto dentale.
Kit di strisce sbiancante per denti
Lo sbiancamento dei denti, come detto in precedenza, può essere effettuato anche comodamente a casa propria, anche se i risultati sono molto diversi sia in termini di tempo che in termini di denaro.
Sbiancare i denti mediante questi kit fai da te è molto semplice: basta infatti una quotidiana applicazione di strisce in polietilene, le quali sono ricoperte da uno strato di gel a base di perossido di carbammide, con una concentrazione molto inferiore rispetto al perossido di idrogeno.
Le strisce del kit solitamente sono vendute in confezioni da 28 o 30 pezzi, e si applicano sulla parte frontale dei denti con un leggera pressione delle dita.
Controindicazioni delle tecniche di sbiancamento dentale
Lo sbiancamento dei denti, come tutte le tecniche medicali, ha comunque alcuni effetti collaterali, e presenta controindicazioni specifiche per alcune categorie di soggetti.
Coloro che ad esempio possiedono corone dentali in ceramica, o ricostruzioni in materiale composito, non possono usufruire di tali benefici: infatti lo sbiancamento agirebbe in modo tale da creare un effetto a scacchi, con zone chiaroscurali che metterebbero in ombra la naturale luminosità del dente.
Anche nel caso in cui vi siano carie bisogna procedere con cautela: infatti è opportuno prima con la rimuovere completamente la carie stessa, poiché l’agente sbiancante potrebbe raggiungere facilmente la polpa e danneggiare irrimediabilmente le radici del dente, devitalizzandolo e indebolendolo notevolmente.
- Il trattamento di sbiancamento dentale è inoltre sconsigliato a:
- Pazienti con gengive infiammate problemi di parodontite;.
- Persone con denti fratturati o con otturazioni non opportunamente solide
- Donne in stato di gravidanza;
- Bambini;
- Pazienti che seguono speciali terapie farmacologiche.
Costo dello sbiancamento dentale
I costi per lo sbiancamento dei denti variano a seconda della tecnica impiegata, ossia quella del dentista nel suo studio oppure quella mediante l’utilizzo dei kit fai da te.
Di norma una confezione di strisce può comportare una spesa che oscilla tra i 50 ed i 100 euro, a seconda della durata del trattamento e delle caratteristiche specifiche del prodotto.
Gli sbiancamenti effettuati presso lo studio del dentista hanno invece costi che vanno a raggiungere svariate centinaia di euro, in base alla durata del trattamento e al tipo di tecnica che egli impiega, anche se in questo caso i risultati sono di gran lunga migliori.
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