Procalcitonina: cos’è e come leggere i valori
Quando si parla di procalcitonina (PCT) si intende una proteina composta da 116 aminoacidi, che deriva dalla proteolisi intracellulare della pre-procalcitonina, che ne è il precursore. A sua volta, la procalcitonina è un precursore della calcitonina, ormone tiroideo molto importante.
Procalcitonina: qualche cenno
Per capire cos’è questa proteina e qual è il suo compito, bisogna fare un passo indietro e sottolineare che, in condizioni normali, essa viene prodotta cellule speciali della tiroide, che vengono definite come cellule C. Questa proteina, inoltre, è presente in minime quantità anche nel sangue.
Ma cosa accade se le cellule del nostro organismo sono sottoposte a forte stress? In queste situazioni, la procalcitonina viene prodotta non solo dalle cellule C, ma anche da altre cellule disseminate nell’organismo. Un valido esempio di quando ciò può accadere è quello delle infezioni batteriche sistemiche, definite anche sepsi, o, ancora, nel caso di lesioni ai tessuti, provocate da traumi o interventi chirurgici, pancreatite, rigetto degli organi trapiantati, ustioni, shock cardiogenico, infezioni renali ecc.
Leggere i valori della procalcitonina
Per poter avere a portata di mano i valori della procalcitonina, è fondamentale eseguire delle analisi del sangue. Il dato si deve leggere in maniera approfondita e si deve cercare di capire non solo il livello di PCT nel sangue, ma si deve anche scoprire la causa di suddetto valore, specialmente nel caso in cui quest’ultimo sia troppo alto.
Ricordiamo, infatti, che il valore della PCT aumenta in maniera esponenziale in caso di sepsi e, quindi, in caso di violente infezioni in corso in caso di sepsi. Se, invece, il valore è poco sopra la media ritenuta “normale”, si può parlare di un’infezione virale che, però non è grave e, soprattutto, è localizzata.
Fare delle analisi in tal senso, serve anche per la diagnosi precoce delle infezioni batteriche gravi e, inoltre, in questo modo, in base ai valori della PCT, si può anche cercare di capire di che infezione si tratta, in modo tale da agire in maniera molto tempestiva.
Volendo entrare nello specifico, si deve dire che i valori di procalcitonina devono preoccupare quando sono o troppo alti o bassi.
- Valori PCT bassi: se si tratta di un paziente malato, anche se i valori sono bassi non si può escludere del tutto il rischio di sepsi e neppure quello di eventuale shock settico. Ricordiamo, infatti, che anche la bassa concentrazione di procalcitonina nel sangue può essere indicativa di una infezione localizzata che ancora non è diventata sistemica o che lo è diventata da pochissimo tempo. Inoltre, si deve considerare anche che probabilmente la concentrazione è bassa a causa di problemi diversi, come, ad esempio il rigetto di un organo trapiantato, un’infezione virale o anche un trauma sopravvenuto dopo un intervento.
- Valori PCT molto alti: per valore molto alto si intende quello che supera i 2 ng/ml. In questo caso il significato è molto chiaro e sottolinea che in è in corso una infezione batterica in costante progressione verso la sepsi grave e lo shock settico.
- Valori PCT moderatamente alti: in questo caso l’aumento è lieve e si parla di 0.15-2 ng/ml. La causa di questa situazione possono essere varie malattie non infettive o un’infezione che ha avuto origine da poco tempo e che deve comunque essere tenuta sotto controllo.
Se si riscontrano valori alti e, in seguito alla terapia, si nota una diminuzione degli stessi, si hanno buone ragioni di pensare che si è sulla buona strada per la guarigione e la risoluzione del problema.
Valori alti PCT: quali malattie nascondono?
Sebbene si debba sempre ricordare che ciascun caso è diverso dall’altro, si può fare un elenco di malattie che possono avere come campanello d’allarme valori alti di procalcitonina.
Nello specifico, le malattie in questione sono:
- Carcinoma midollare della tiroide
- Peritonite
- Meningite
- Polmonite
- Insufficienza multiorgano
- Insufficienza renale
A ciò si devono unire le possibili cause sopra elencate, ossia, sepsi, trauma, ustione, intervento chirurgico.
Quando fare l’esame
L’esame della procalcitonina si può richiedere per i pazienti malati che hanno tutti i sintomi che possono indicare una grave infezione sistemica o batterica. Si tratta, del resto, di uno strumento molto utile per la diagnosi precoce e, pertanto, è molto importante eseguirlo immediatamente quando si manifestano taluni sintomi. Brividi, febbre, nausea, battito accelerato, difficoltà a urinare sono i primi sintomi da tenere in considerazione e, se si riscontrano, fare l’esame in questione quanto prima è la soluzione ideale per evitare un rapido peggioramento della situazione.
Il ruolo della diagnosi precoce è di fondamentale importanza, non solo in questi casi: le infezioni più gravi potrebbero finanche provocare la morte del paziente e, pertanto, agire con velocità può salvare delle vite, dato che in questo modo si può iniziare per tempo la terapia e ottenere dei miglioramenti in breve.
Per quel che concerne questo esame, si deve notare che viene sempre più utilizzato, soprattutto se si deve valutare il rischio di infezione batterica sistemica nei pazienti gravemente malati.
Tra l’altro, si tratta di un esame poco invasivo che, quindi, può essere eseguito a intervalli regolari per controllare come procede la terapia che è stata decisa per curare il paziente.
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