Ritmi circadiani, che cosa sono e come influiscono
Con il termine ritmo circadiano si fa riferimento a un ritmo scandito da un periodo di circa 24 ore, più precisamente si fa riferimento a un lasso temporale compreso tra le 20 e le 28 ore. È proprio il tempo a segnare la differenza con i ritmi circamensili (come quello delle fasi lunari o del ciclo femminile), circa settimanali o circaannuali.
Qualche esempio di ritmo circadiano
Un periodo di tempo più o meno di 24 ore, quindi, segna un ritmo circadiano. Ma quali esempi pratici possono essere fatti? Appartengono a questa categoria temporale il ritmo veglia–sonno, ma anche quello della produzione e secrezione di alcune sostanze biologiche, come il cortisolo. Ancora, rispettano un ritmo circadiano anche fenomeni come la variazione della temperatura corporea o alcuni parametri legati al sistema circolatorio.
Il ritmo circadiano, il sonno e la salute dei nostri organi
Gli esseri viventi, più in generale gli organismi viventi, sono caratterizzati dal rispetto di alcuni bioritmi dati dall’unione di fattori esterni e dall’orologio biologico interno. Ogni organo presente nell’uomo rispetta un proprio ritmo circadiano e ha, quindi, momenti di massima attività. È importante conoscere gli orari in cui ogni organo dà il meglio di sé nell’arco della giornata per favorirne l’attività e migliorare la propria qualità della vita, a partire dal sonno. Secondo la medicina tradizionale cinese, il ciclo quotidiano che l’attività degli organi segue è caratterizzato da tre fasi: lavoro intenso, fase normale, riposo.
Il ruolo del ritmo circadiano nella produzione di enzimi e ormoni
Diversi studi hanno, inoltre, evidenziato che questa tipologia di ritmo ha un ruolo di primo piano nella produzione di enzimi e ormoni, come il testosterone. Un’alterazione del ciclo può portare conseguenze anche in portanti come la presenza di valori alternati, sballati rilevati dalle analisi del sangue proprio di questi elementi. La cronobiologia, la disciplina che ha dato vita proprio alle diverse tipologie di ritmi come quello circadiano, ritiene che conoscere e rispettare adeguatamente i ritmi circadiani della produzione degli ormoni porti vantaggi sia nell’allenamento fisico che nell’assunzione di medicinali.
Ad esempio, è consigliabile allenarsi sfruttando i picchi di testosterone (è proprio l’ormone responsabile dell’incremento di forza e della massa muscolare scheletrica, tra le 6 e le 7 del mattino fa registrare il suo picco di produzione, mentre tra le 16 e le 21 la produzione è ridotta la minimo) e Gh (meglio noto come ormone della crescita) ed evitando quelli di cortisolo. I benefici dell’allenamento, in questo modo, saranno massimizzati. O ancora, meglio assumere antistaminici nelle ore serali, ma preferire le diurne per i decongestionanti.
Lo stretto legame tra ritmi circadiani e alimentazione
Il rispetto dei ritmi circadiani passa anche per l’alimentazione. Come? Dando vita a una dieta composta proprio nel rispetto delle diverse fasi di energia che caratterizzano gli organi digestivi. È possibile dare vita a una cronodieta che vede l realizzazione di una vera e propria tabella oraria modellata sui ritmi circadiani ormonali. Obiettivo? Favorire il corretto immagazzinamento dei cibi e massimizzarne valori nutrizionali ed energetici.
Pranzo e colazione possono prevedere il consumo di cereali e derivati (tra le 7 e le 15), questo perché in questo periodo gli ormoni cortisonici hanno il tempo di contrastare gli effetti dell’insulina. Tra le 13 e le 16 va consumato il pasto principale, qui sono gli ormoni tiroidei a svolgere una funzione importante trasformando in energia il cibo. La sera vanno consumate proteine per agevolare il ruolo svolto dall’ormone della crescita nella costruzione muscolare. I disegni della tabella non vanno invertiti per evitare conseguenze dirette sull’alimentazione capaci di incidere negativamente anche sul peso del soggetto.
Rimi circadiani sballati, quali conseguenze?
Il ritmo circadiano agisce come un vero e proprio orologio interno. È importante rispettarli e non forzarli eccessivamente. Il rischio è quello di andare incontro a problematiche serie come insonnia, problemi di fertilità e depressione.
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