Paralisi ipnagogica: un disturbo dovuto a forze sovrannaturali?
La paralisi del sonno, detta anche paralisi ipnagogica è un fenomeno per il quale, al risveglio o poco prima dell’addormentamento, si manifesta un’incapacità temporanea sia di muoversi che di parlare. Si tratta di un disturbo del sonno, legato ad un prolungamento eccessivo o a un inizio anticipato della fase REM del sonno, ovvero di quella fase che generalmente è popolata di sogni.
Nel caso in cui la paralisi avvenga quando la fase REM non è ancora finita, le immagini della mente prodotte dal sogno possono assumere quasi forme reali, generando allucinazioni che in molte culture sono attribuite all’azione di forze sovrannaturali. Le allucinazioni che si hanno nella paralisi possono manifestarsi in vario modo, come sensazione di levitazione dal proprio corpo o come sensazione di trovarsi in presenza di un estraneo.
Paralisi ipnagogica: di che si tratta
Quando ci si addormenta, alcune funzioni del corpo si riducono e altre si potenziano, mentre si assiste ad una passeggera perdita di coscienza. Il sonno è caratterizzato dall’alternanza della fase NON-REM e della fase REM. La fase non REM è quella dell’addormentamento in cui il sonno si fa pian piano più profondo, mentre la fase REM è la fase del sonno profondo, nonché la fase in cui si sogna.
Normalmente, nel corso della fase REM, i nostri occhi si muovono in modo brusco (da questo il termine REM che significa ‘Rapid Eye Movement’, cioè ‘rapido movimento degli occhi’) ma il corpo e i muscoli si rilassano e sono immobili, forse proprio per evitare movimenti inconsulti generati dal sogno.
A volte però al risveglio, i muscoli non prendono immediatamente il loro vigore e quindi ci si può ritrovare in uno stato cosciente in cui però si è incapaci di muoversi. In questo momento possono prodursi alcune allucinazioni, che sarebbero provocate da un’unione tra la fase onirica e quella cosciente e le visioni paurose sarebbero determinate dalla sollecitazione eccessiva dell’amigdala, la parte del cervello responsabile dei fenomeni di ansia o paura.
Questi episodi possono avere una durata diversa da individuo a individuo, da pochi secondi a qualche minuto, al termine dei quali le funzioni dell’organismo sono completamente ristabilite.
La paralisi del sonno nelle culture antiche
Oggi le neuroscienze hanno dato una spiegazione scientifica della paralisi del sonno, ma questo fenomeno è noto fin dall’antichità, quando per spegnarne l’azione si ricorreva a streghe, demoni e forze oscure.
I greci ponevano l’accento sulla difficoltà di respirare, gli Induit riferivano di uno spirito maligno capace di impossessarsi del corpo di una persona dormiente, i giapponesi definiscono il potere come Kanashibari.
Uno dei miti più famosi è quello della ‘Old Hag’ dell’isola di Terranova, ossia una vecchia strega che assale le persone che dormono rendendole incapaci di reagire e urlare.
La paralisi ipnagogica è grave?
La paralisi del sonno è un disturbo che si manifesta frequentemente nella popolazione: in base ad alcuni studi, almeno il 40% della popolazione ha vissuto almeno una volta nella vita questo fenomeno.
Generalmente è un evento raro, che può manifestarsi poche volte nel corso della vita.
Le persone più suscettibili a questo tipo di disturbo sono le persone che soffrono di attacchi di panico, le persone ansiose o quelle che hanno un sonno leggero. L’incidenza è maggiore negli adolescenti e nei giovani, fino ai 44 anni.
Se il fenomeno si ripresenta nell’individuo in modo ricorrente, potrebbero essere necessari alcuni accertamenti sullo stato di salute del paziente e sulle sue abitudini diurne e notturne: all’origine della frequenza del fenomeno potrebbero infatti esserci anche cause gravi, come la narcolessia, cioè una malattia neurologica caratterizzata da ripetuti attacchi di sonno e addormentamenti nel corso della giornata.
Cura della paralisi del sonno
La diagnosi della paralisi del sonno è fatta dal medico soprattutto attraverso l’anamnesi, cioè la raccolta di informazioni e descrizione dei sintomi che il paziente ricorda. Durante l’anamnesi il medico chiede al paziente la durata delle paralisi, se le paralisi sono accompagnate o meno da allucinazioni, se sono cambiate le abitudini notturne rispetto al passato, se ci sono episodi di perdita di controllo dei muscoli anche di giorno.
Al verificarsi di quest’ultimo fenomeno, il paziente sarà molto probabilmente affetto da narcolessia, una patologia grave che va trattata con contromisure appropriate.
La terapia normalmente prescritta prevede una regolazione del sonno, con un ripristino di abitudini notturne regolari. Un sonno regolare dovrebbe essere caratterizzato da circa 6-8 ore di sonno con ritmi regolari degli orari di addormentamento e sveglia.
Utili consigli per favorire una migliore qualità del sonno sono:
- la creazione di un ambiente comodo e confortevole per il sonno caratterizzato da silenzio e da buone condizioni ambientali di temperatura
- la pratica di attività fisiche ma mai prima di andare a letto
- la riduzione del consumo di caffeina, di nicotina e di alcolici
Solo nei casi più gravi e frequenti, può essere prescritta dal medico una cura con farmaci antidepressivi, che agiscono sulla fase REM, riducendo l’intensità del rilassamento muscolare e la profondità del sonno.
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