Sclerodermia: cause, sintomi e cure
La sclerodermia è una malattia autoimmune e questo significa che il sistema immunitario del soggetto malato aggredisce i suoi stessi tessuti. Si tratta di una malattia cronica, che deve il suo nome a una parola greca, che significa proprio pelle dura. Uno dei primi sintomi della sclerodermia è, infatti, l’ispessimento della pelle.
Sclerodermia: cause e sintomi
Volendo analizzare da vicino la malattia, si deve sottolineare che si tratta di una patologia caratterizzata dalla fibrosi del tessuto connettivo nonché da un danno vascolare a causa del quale diminuisce l’apporto sanguigno nei capillari.
Suddetta patologia colpisce a livello di microcircolazione e piccole arterie soprattutto nell’apparato gastrointestinale, nei reni e nei polmoni che, quindi, a causa di quanto descritto, degenerano progressivamente e inesorabilmente. Va da sé che, a lungo andare, il malato di sclerodermia non è più autosufficiente, proprio a causa della degenerazione di cui sopra.
La sclerodermia è divisibile in due grandi gruppi, ossia tipologia sistemica e tipologia localizzata. La sclerodermia sistemica, a sua volta, può essere limitata, overlap, CREST e diffusa, mentre la sclerodermia localizzata può essere lineare o morphea.
Le cause della sclerodermia non sono ancora del tutto note, ma ciò che è accertato è che, comunque, la predisposizione nonché il patrimonio genetico fanno molto sul quadro generale e sull’insorgenza della malattia. Per quel che concerne, invece, i sintomi, è possibile affermare che, nella maggior parte dei casi, il tutto si manifesta con il fenomeno di Raynaud, che si verifica quando si hanno le dita che cambiano colore per sbalzi di temperatura o emozioni.
In questo caso, però, si parla di fenomeno di Raynaud secondario, poiché quello primario è molto diffuso e ha una connotazione per lo più non preoccupante. Il fenomeno di Raynaud che, invece, si associa alla sclerodermia non è per nulla benevolo e si riconosce attraverso un esame specifico, che è quello della capillaroscopia dei capillari che si trovano attorno all’unghia.
Un altro sintomo di sclerodermia è l’artrite che, però, è collegabile alla patologia in un numero minore di casi. Tra gli ulteriori sintomi della malattia, che permettono di riconoscerla in maniera abbastanza precoce, in modo tale da prendere provvedimenti il più presto possibile, c’è il reflusso gastroesofageo ma anche il prurito generalizzato e l’intorpidimento degli arti nelle ore notturne.
Nel 2013 i criteri per accertare la presenza di sclerodermia sono stati rivisti grazie alla collaborazione tra un centro di ricerca reumatologica che si trova negli Stati Uniti (l’ACR) e un centro europeo, ossia l’EULAR, deputato alla ricerca e alla cura dei reumatismi e, pertanto, è importante rivolgersi a un esperto per sapere quali sono i nuovi criteri e per fare i dovuti test per diagnosticare la presenza, o meno, della patologia in questione.
Come si cura
Quando si affronta il discorso della cura della sclerodermia, si deve partire con il dire che non esiste una cura definitiva. Tuttavia, alcune sperimentazioni sono in corso, come accade per qualsiasi patologia che non ha ancora trovato una terapia atta a debellarla del tutto.
Al momento, ci sono diversi trattamenti che hanno lo scopo di dare sollievo e di andare ad arginare, per quanto possibile, il decorso della degenerazione. Stiamo parlando, soprattutto, di FANS e Prednisone, che vengono utilizzati per trattare le patologie dell’apparato articolare, cutaneo e respiratorio.
Se si fa una diagnosi precoce, possono essere presi i farmaci usati per la cura dell’artrite reumatoide, nonché un immunosoppressore noto come ciclofosfamide. Come detto, non è la terapia definitiva ma, al momento, si tende a prescrivere quanto sopra indicato.
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