Shock settico: che cos’è, quali sono i sintomi e la cura
Lo shock settico è una patologia molto grave che si verifica quando il corpo reagisce in modo particolarmente negativo ad un’infezione interna. In questo caso il sistema immunitario attacca non solo i virus e batteri responsabili dell’infezione, ma anche le cellule sane presenti nell’organismo e provoca un’infiammazione di notevole entità.
Si tratta della complicanza peggiore della sepsi o setticemia, un’infezione batterica del sangue, dovuta al passaggio di microrganismi patogeni all’interno del sangue.
Quali sono i sintomi dello Shock settico?
Lo shock settico provoca una ridotta funzionalità degli organi interni come polmoni e cuore e può condurre in alcuni casi alla morte.
Lo shock si manifesta generalmente attraverso una febbre molto alta che non accenna a diminuire, difficoltà respiratorie, il blocco della diuresi, la diminuzione della pressione sanguigna, la tachicardia. In alcuni casi può verificarsi anche un’insufficienza renale ed epatica e una grave ipotensione.
Generalmente lo shock settico degenera in modo non immediato e, una volta che i batteri hanno raggiunto il sangue, il paziente attraversa una serie di fasi patologiche che, se non interrotte con un’apposita terapia, possono condurre anche alla morte.
Le cause dello shock settico
Come abbiamo visto, lo shock settico deriva da un’infezione del sangue, talmente diffusa da compromettere talvolta in modo irreversibile, le funzionalità di cellule, tessuti e organi. Nello specifico, il sistema immunitario reagisce con una risposta esagerata ed anomala ad un’infezione e va ad attaccare anche cellule sane, diventando una minaccia maggiore di quella rappresentata da virus e batteri. La reazione immunitaria è talmente forte da indebolire tessuti e organi.
Fattori di rischio dello shock settico
Studi ed analisi statistiche dimostrano che i pazienti maggiormente soggetti a shock settico sono i bambini piccoli e gli anziani in quanto il loro sistema immunitario non perfettamente formato o troppo debole non riesce ad affrontare in modo adeguato le infezioni.
La patologia ha un rischio di incidenza maggiore nei pazienti già ricoverati in ospedale, poiché in questi ambienti, il rischio di contrarre infezioni è più alto. Anche le malattie che indeboliscono il sistema immunitario e aumentano il rischio di infezioni come l’AIDS, il diabete, le malattie del sangue e alcune infezioni particolari, come le polmoniti, le meningiti, le appendiciti e le pancreatiti possono favorire la diffusione della patologia.
Diagnosi e cura dello shock settico
Nel momento in cui nel paziente compaiono i primi sintomi sospetti, è necessario consultare subito un medico che, accertata la malattia attraverso appositi esami, indicherà la terapia più adatta da seguire. Il trattamento deve essere particolarmente tempestivo e si basa su farmaci antibiotici, somministrazione di cortisone e di fluidi attraverso via endovenosa.
Poiché si tratta di un’emergenza medica, è necessario procedere ad un ricovero immediato del paziente in terapia intensiva e intervenire a curare la malattia sottostante, cioè la stepsi. Nel corso del ricovero ospedaliero, i parametri fisiologici devono essere costantemente osservati e monitorati. In alcuni casi, potrebbe anche essere necessario intervenire sul paziente con un’intubazione tracheale o tracheotomia.
La buona riuscita dell’intervento terapeutico non è tuttavia assicurata: in base all’età del paziente e al suo pregresso stato di salute. alla tempestività dell’intervento e alla malattia scatenante, il trattamento potrebbe non essere sufficiente. Il tasso di mortalità è purtroppo abbastanza elevato ed è attestato tra il 30% e il 60% dei casi.
Come prevenire lo shock settico
Per prevenire l’incidenza dello shock settico, è necessario ridurre il rischio di contrazione di infezioni, adottando accurate norme igieniche, soprattutto in caso di ricovero ospedaliero. È consigliabile inoltre evitare un uso prolungato e non strettamente necessario di antibiotici, per evitare di sviluppare una resistenza ad essi.
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