L’importanza emergente di vaccinare i bambini contro la Poliomielite
La poliomielite è una grave malattia che colpisce le cellule nervose provocando paralisi, causata da un Poliovirus.
Patologia e sintomi della poliomielite
Il virus infetta le cellule dell’orofaringe, le tonsille, i linfonodi del collo e l’intestino tenue. L’infezione evolve attraverso cicli di replicazione virale, determinando la distruzione delle cellule infette. Una volta instaurata l’infezione, i poliovirus possono raggiungere il sistema nervoso centrale attraverso la barriera emato-encefalica, tramite il torrente ematico o attraverso le fibre nervose. Quando soggetti non immuni sono esposti a poliovirus selvaggi si possono avere infezioni inapparenti prive di sintomi, con pochi sintomi (febbricola, nausea, diarrea), meningiti asettiche, o forme paralitiche. Solo l’1% circa delle infezioni si manifesta come malattia riconoscibile clinicamente, e in tal caso si riconoscono tre forme:
- La poliomielite abortiva è caratterizzata da una febbre aspecifica della durata di 2-3 giorni, senza segni d’interessamento del Sistema Nervoso Centrale (SNC).
- La meningite asettica, caratterizzata da una lieve paresi temporanea seguita da una guarigione rapida e completa in pochi giorni.
- La poliomielite paralitica, che rappresenta la forma più grave ed è spesso preceduta da un periodo febbrile con affaticamento, mal di testa, vomito, costipazione (o meno comunemente diarrea), indolenzimento del collo e dolore agli arti. La sintomatologia recede in alcuni giorni, ma dopo circa una settimana ricompare la febbre accompagnata dai segni d’interessamento del SNC (paralisi flaccida che può colpire in modo asimmetrico varie zone, da un arto a tutto il corpo, dolori muscolari crampiformi dei muscoli non paralizzati e movimenti involontari).
Il Protocollo vaccinale contro la poliomielite
In Italia la vaccinazione contro la poliomielite, così come quella contro la difterite, l’epatite b e il tetano fa parte delle vaccinazioni obbligatorie per i nuovi nati. Viene utilizzato il vaccino esavalente, che oltre a proteggere contro la polio (componente inattivata tipo Salk) previene anche la difterite, il tetano, l’epatite virale B, la pertosse e le infezioni invasive da HIB, da somministrare in tre dosi tutte entro il primo anno di vita, al 3°, 5° e 11-13° mese, con un richiamo tra il 5° e il 6° anno di vita.
Esistono due tipi di vaccino, entrambi efficaci nel prevenire la malattia: il vaccino IPV (vaccino “inattivato” di Salk) e il vaccino OPV (vaccino orale vivo “attenuato” di Sabin).
In concomitanza con la certificazione dell’eradicazione della polio dalla Regione Europea dell’OMS, avvenuta nel giugno 2002, nell’agosto dello stesso anno è stato adottato definitivamente un calendario basato sulla somministrazione esclusiva intramuscolare con IPV, mentre fino al 2002 è stato usato il vaccino di Sabin.
I bambini sani possono essere vaccinati senza alcun pericolo. Alla presenza di malattie infettive acute con febbre o nel caso di un’infezione intestinale con diarrea e indicato rimandare la vaccinazione fino al momento in cui il bambino abbia recuperato un buono stato di salute.
E’ consigliabile attendere 4 settimane per la vaccinazione dopo l’asportazione delle tonsille e/o adenoidi.
Le nuove raccomandazioni di immunoprofilassi
Il 5 maggio 2014, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che la recente diffusione di poliovirus selvaggio al di fuori di aree, considerate endemiche fino all’anno precedente, rappresenta “un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale”. Dal momento che diversi studi epidemiologici e osservazionali indicano che viaggiatori adulti infetti potrebbero avere un importante ruolo nella trasmissione e diffusione internazionale dei poliovirus, l’OMS ha emanato alcune raccomandazioni “temporanee”.
In particolare si raccomanda ai viaggiatori internazionali di tutte le età, residenti nei Paesi a rischio, una dose supplementare di vaccino antipolio prima della partenza (da 4 settimane a 12 mesi prima). La vaccinazione è raccomandata anche in caso di partenza improvvisa che non consenta, quindi, di rispettare l’intervallo minimo di 4 settimane.
Sulla base di quanto previsto dal Regolamento Sanitario Internazionale, l’Italia si è prontamente adeguata alle raccomandazioni dell’OMS, richiedendo ai soggetti provenienti dai Paesi affetti il certificato di vaccinazione antipolio.
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