L’importanza di vaccinarsi contro la rosolia
La rosolia è una malattia infettiva esantematica causata da un virus, il Rubivirus, che ha la capacità di localizzarsi in diversi tessuti, tra i quali anche i linfonodi, e può essere molto grave. Per questo ad oggi si viene vaccinati già da piccoli, con il Vaccino trivalente Rosolia-morbillo-parotite
La Rosolia
La rosolia si trasmette per via aerea attraverso le goccioline emesse con la tosse e gli starnuti, ma anche solo parlando. Il visur è in grado di passare attraverso la placenta, quindi una donna che contragga la rosolia in gravidanza può trasmettere l’infezione al feto.
Il periodo di incubazione dura circa 16-18 gg. I sintomi spesso sono lievi e nel 50% dei casi è del tutto asintomatica. Solitamente si diagnostica a seguito della comparsa dell’esantema: compaiono piccole macchie rosa o rosso pallido, prima dietro le orecchie, poi sul viso, sul collo e quindi in tutto il resto del corpo. Talora l’esantema può non presentarsi, specie se la malattia è contratta oltre l’infanzia. In questo caso si può riscontrare una lieve febbre e un ingrossamento dei linfonodi, che da soli non sono sufficienti per la diagnosi certa della malattia. Le persone infette possono trasmettere la malattia dalla settimana prima ai 4 giorni successivi la comparsa dell’esantema. Se il neonato è stato infettato in gravidanza, può trasmettere l’infezione anche per diversi mesi.
La malattia , specie se contratta oltre l’infanzia, può avere delle serie complicanze , quali:
- Antralgia o artrite alle dita, ai polsi e alle ginocchia
- Encefalite, con una mortalità variabile fino al 50%
- Emorragie, per danno dei vasi e delle piastrine
- Orchite
- Neurite
- Sindrome tardiva di panencefalite progressiva (piuttosto rara)
Particolare attenzione se la rosolia viene contratta in gravidanza: in tal caso gli effetti sul feto possono essere molto gravi, come l’aborto spontaneo, la morte intrauterina del feto, malformazioni a carico del sistema nervoso, dell’apparato cardiocircolatorio e la Sindrome da rosolia congenita (sordit, ritardo mentale, microcefalia, malattie congenite del cuore etc)
Vaccinarsi contro la rosolia
Al fine di contrastare tali pericolose complicanze, specie in gravidanza, è stato messo a punto un Piano per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (PNEMoRc), che prevede la vaccinazione obbligatoria per la rosolia mediante un vaccino trivalente efficace anche contro il morbillo e la parotite.
Il vaccino anti morbillo – parotite-rosolia è costituito da virus vivi attenuati, ed è pertanto sicuro e ben tollerato. Il ciclo di base dell’infanzia prevede 2 dosi , la pirma a 12-15 mesi, e la seconda a 5-6 anni di età. Mentre nell’adulto è sufficiente una sola dose.
Il vaccino può essere somministrato contemporaneamente a qualunque altro vaccino.Un vaccino combinato chiamato MPRV, che contiene sia il vaccino MPR che il vaccino antivaricella può essere somministrato al posto dei due singoli vaccini nei bambini e nei dodicenni.
Nelle donne in età fertile mai sottoposte a vaccinazione e che non abbiano mai contratto la malattia, è possibile eseguirla mediante una unica dose, purchè essa sia effettuata almeno un mese prima della ricerca di una eventuale gravidanza.
Complicazioni del vaccino antirosolia
Gli effetti collaterali più comuni sono generalmente lievi e si possono presentare in tempi diversi dopo la somministrazione del vaccino anti-morbillo-parotite-rosolia, proprio perché una sola iniezione contiene tre vaccini diversi.
Essi includono:
- Sintomi locali transitori nel punto di iniezione (dolore, rossore, gonfiore) nelle prime 24 ore
- Comparsa di febbre da 1 a 2 settimane dopo il vaccino
- Comparsa di forme lievi di morbillo o parotite da 1 a 2 settimane dopo il vaccino, che si risolvono spontaneamente nel giro di 2-3 giorni
Effetti collaterali più gravi, come reazioni allergiche importanti, sono rari.
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