La vaccinazione antitetanica, scopriamo perché farla e a che cosa serve
Spesso si tende a sottovalutare l’importanza delle vaccinazioni, specie in età adulta, e dei richiami che, a scadenze prefissate, dovrebbero mantenere il nostro corpo immune da batteri che portano malattie molto rischiose, spesso addirittura mortali.
Una di queste patologie è il tetano, una malattia che intacca i muscoli ed i nervi del corpo umano. Nonostante la sua gravità, può essere prevenuta mediante la vaccinazione in età neonatale e, successivamente, con i richiami che si effettuano da adulti.
Anche se il vaccino antitetanico rimane obbligatorio in Italia solo per i nuovi nati, in quanto le categorie adulte soggette ad obbligo solo legate a mansioni, lavori e appartenenze particolari, è importante capire come, quando e dove fare la vaccinazione antitetanica per immunizzarci da questo pericoloso batterio.
Origine del batterio e conseguenze dell’ infezione da tetano
Di solito il tetano si sviluppa quando una ferita viene contaminata dall’ingresso del Clostridium tetani, un batterio che vive e prospera nel terreno. Una volta entrati da questa ferita – che spesso viene scarsamente disinfettata – i batteri del tetano sviluppano una neurotossina, ossia una proteina che agisce sul sistema nervoso con la sua conseguente intossicazione, che prende il nome di tetanospasmina.
Quest’ultima è responsabile quindi di spasmi muscolari, di paralisi che vanno dal viso al collo fino agli altri arti e infine di crisi convulsive. La tossina può diffondersi in tutto il corpo attraverso il suo passaggio nel sangue e nel sistema linfatico, in modo tale da interferire con la normale attività delle terminazioni e dei fasci nervosi di tutto il corpo.
Qualora non venisse diagnosticato e curato in tempo, il tetano può essere mortale, in quanto questa malattia provoca una morte causata da un collasso cardio-respiratorio, proprio perché il muscolo cardiaco e le terminazioni nervose e muscolari presenti nei polmoni vengono intaccate dalla neurotossina, la quale impedisce la funzione respiratoria fino al decesso del paziente.
Vaccinazione antitetanica: categorie a rischio
Grazie all’introduzione della vaccinazione, gratuita e della durata di 10 anni, il tetano è ormai una malattia molto rara nei paesi che hanno reso obbligatoria l’antitetanica; tuttavia, come già detto, l’obbligo in Italia è valido solo per i nuovi nati e per alcune categorie a rischio di lavoratori, tra cui i braccianti agricoli e tutti coloro che hanno a che fare con la pulizia delle strade e con la lavorazione della terra, oltre che per il personale appartenente al CONI.
La vaccinazione nei neonati: come e quando farla
Per quanto riguarda la vaccinazione antitetanica dei neonati, diventa fondamentale capire come e quando farla. Esiste infatti una calendarizzazione delle dosi di vaccino nel bambino, che parte con una prima somministrazione al terzo mese di vita; la seconda dose avviene invece al quinto mese, mentre la terza ed ultima dose viene effettuata con il compimento del primo anno di vita del neonato.
Successivamente, al fine di render il corpo umano in grado di produrre gli anticorpi anche a distanza di anni, vengono somministrate dosi di richiamo a distanza di 4-5 anni dall’ultima vaccinazione, che solitamente coincide con l’avviamento alla scuola elementare del bambino.
Da quella data, ogni dieci anni viene poi effettuato un richiamo in età adolescenziale e adulta, eccezion fatta per quei richiami che vengono effettuati a seguito di gravi infortuni sul lavoro o comunque di ferite provocate da attrezzi arrugginiti, chiodi ed affini.
Vaccinazione a seguito di ferite
In questa casistica specifica, si valutano i rischi a seconda della profondità della ferita e del rischio di infezione da tetano ad essa connesso; quindi, valutando anche la scheda delle vaccinazioni effettuate dal soggetto, si procede con una somministrazione di un richiamo che va a contrastare un’eventuale azione patogena del batterio del clostridum tetani.
La metodologia solitamente applicata ad infortuni e ferite è la seguente:
- Se sono passati meno di 5 anni da una vaccinazione completa, non viene effettuata alcun richiamo;
- Qualora il soggetto sia stato vaccinato, ma sono tuttavia trascorsi più di 5 anni dall’ultimo richiamo, si valuta la somministrazione di una dose di vaccino in base all’entità dell’infortunio;
- Se invece la persona non si è mai vaccinata, vanno somministrate contemporaneamente sia le immunoglobuline antitetaniche per una protezione immediata dal tetano, sia la prima dose di vaccino, con il successivo completamento del ciclo vaccinale.
Effetti collaterali della vaccinazione antitetanica
La vaccinazione antitetanica può avere effetti collaterali comuni a molti soggetti; tra questi vi sono la comparsa a distanza di 48 ore di dolore e rossore nel punto preciso dove è stata effettuata l’iniezione. Tra gli effetti collaterali più rari si annoverano la comparsa di febbre e di sintomi che simulano quelli di una comune influenza, che quindi possono essere curati mediante l’assunzione di farmaci antiinfiammatori e antipiretici.
In ogni caso, se la reazione dura per molto tempo, è bene rivolgersi al proprio medico curante.
La vaccinazione antitetanica non è controindicata nelle donne in gravidanza, anche se non è stato statisticamente provata l’immunizzazione del feto durante il periodo di gestazione coincidente con la vaccinazione stessa.
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