Tiroide ingrossata, le cause e la cura
La tiroide ingrossata, più comunemente denominata gozzo, è una disfunzione non sempre patologica della ghiandola endocrina posizionata nella parete anteriore del collo.
La tiroide è una ghiandola che influisce su diversi parametri del corpo umano: peso, ciclo mestruale, capelli, massa muscolare. E’ alta circa tre centimetri, spessa da mezzo a due centimetri, e larga al massimo sette.
Qualsiasi aumento di volume della tiroide, qualunque ne sia la causa, viene definito gozzo.
Il gozzo si può presentare durante l’adolescenza, ma si tratta solo di un piccolo aumento di volume dovuto alla variazione del metabolismo ormonale tipico di questo periodo.
La tiroide
Vediamo un po’ meglio che cos’è la tiroide per poi approfondirne le possibili patologie.
Si trova come abbiamo visto nella parte anteriore del collo, in basso, davanti alla trachea, somiglia leggermente ad una farfalla con due lati opposti uniti da una linea di tessuto; si trova esattamente davanti ai nervi che controllano le corde vocali.
Solitamente, in buona salute, la tiroide non si nota e non si tocca, ma quando aumenta di volume, allora si ha appunto la tiroide ingrossata ed è possibile quasi sempre vederla anche dall’esterno.
La tiroide produce alcuni ormoni molto importanti per la salute del corpo, che controllano per esempio il metabolismo, cioè la trasformazione del cibo in energia; quando non funziona bene, il corpo ci mette troppo tempo, o troppo poco, per cui il dispendio energetico è compromesso.
Quando c’è ipotiroidismo, funziona troppo lentamente, e la conseguenza può essere aumento di peso, stanchezza e sensazione di freddo persistente.
Se è troppo attiva, avremo ipertiroidismo, in questo caso si usa più energia del dovuto e si incorre in dimagrimento, aumento del battito cardiaco, sensazione di caldo persistente.
Tiroide ingrossata
Il gozzo semplice, o gozzo endemico, si verifica quando l’aumento di volume non è dovuto ad una malattia, ma ad una situazione ambientale, ad esempio nelle regioni a carenza di iodio, o nelle diete povere di iodio, o durante la pubertà o in gravidanza.
Il gozzo multinodulare, è la conseguenza del gozzo semplice, dovuto a carenza di iodio; il perdurare della situazione provoca una continua richiesta di produzione ed il proliferare di piccole ghiandole detti noduli. L’eccessiva crescita, quando provoca pressione circostante o una situazione estetica sgradevole, va risolta chirurgicamente.
Il gozzo uninodulare, detto anche morbo di Plummer, è determinato dalla presenza di un tumore benigno. Difficile da diagnosticare, spesso non presenta sintomi.
Il gozzo diffuso, detto anche morbo di Basedow, è una malattia autoimmune, dieci volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini; causa insonnia, calo di peso, alterazioni della pelle, occhi sporgenti, e può essere causato da infezioni virali o batteriche, una gravidanza difficile, una terapia a base di sostanze che alterano la risposta immunitaria, come ad esempio i cortisonici. Viene curata con terapia tireostatica, radiometabolica, o chirurgica.
Si pensa che anche l’insufficienza di selenio possa provocare una tiroidite cronica autoimmune.
Le cause della tiroide ingrossata
Lo stress è una causa scatenante per i problemi alla tiroide, perché rende più facile la formazione di noduli; ma anche l’uso di alcuni farmaci, o di saponi e dentifrici contenenti il triclosan.
Accanto a queste, ci sono altre cause che concorrono alla formazione del gozzo: il morbo di Graves, per la presenza di anticorpi anomali, la tiroidite, con accumulo di liquidi, noduli o tumori, anche laterali, che interferiscono con il buon funzionamento della tiroide.
I sintomi
Ovviamente il primo e più evidente sintomo è la tiroide accresciuta di volume e senso di soffocamento, in alcuni casi il paziente lamenta tosse e mal di gola. Comunque un collo gonfio, in tutto, o in una sola parte, deve essere sempre considerato il primo campanello d’allarme, se non si è mai controllata la tiroide prima. In alcuni casi sono presenti anche dispnea e disfagia, cioè il paziente non riesce a respirare bene ed a deglutire proprio a motivo della compressione che la tiroide esercita sopra alla trachea e all’esofago.
Altri sintomi abbastanza comuni sono il mal di testa, la disfonia, cioè un modo anomalo di emettere la propria voce, e e un cambiamento evidente del peso (in aumento o diminuzione).
In genere i sintomi dell’ipertiroidismo sono: sudorazione esagerata, perdita di peso, tiroide ingrossata, tremore, battito del cuore aumentato, debolezza, pelle ingiallita, mancanza di forza, insonnia. I sintomi dell’ipotiroidismo invece sono: aumento di peso, pallore, freddo, depressione, pelle fredda, costipazione. Nei bambini, l’ipotiroidismo può provocare anche ritardi nella crescita e nello sviluppo intellettuale. Nelle donne, può provocare flussi mestruali eccessivi o troppo frequenti.
La cura per la tiroide ingrossata
L’endocrinologo è lo specialista in grado di analizzare la situazione, prescrivere gli esami appropriati, tra i quali l’ecografia tiroidea e le analisi cliniche dedicate alla tiroide, gli ormoni TSH, T3 e T4, e la Tiroxina, che infine deciderà quale terapia adottare, farmacologica, dietetica, chirurgica, atta a ripristinare il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea.
Il medico può anche stabilire un monitoraggio della situazione, quando non ci sono elementi che necessitano di intervento immediato, per verificare in che modo, con quale velocità, e con quale costanza, i valori relativi alla tiroide si muovono, in aumento o in diminuzione.
E’ importante infatti capire se si tratta di un aumento di volume legato ad un fenomeno transitorio oppure ad una disfunzione già residente.
La terapia in genere si basa sulla somministrazione controllata di ormone tiroideo, ma le cure vengono sempre stabilite a seconda dell’età, dello stato del cuore, dall’analisi approfondita del gozzo, dalle sue dimensioni.
Chiaramente nei casi in cui la tiroide ingrossata provoca al paziente gravi difficoltà, per esempio ad ingoiare o a parlare, con pesanti modifiche alla qualità di vita, sarà indispensabile procedere ad un intervento chirurgico che preveda la rimozione parziale o totale della ghiandola.
L’altra terapia recentemente introdotta nei protocolli medici è la Terapia Radiometabolica con lo Iodio radioattivo. Lo iodio somministrato è l’isotopo 131, ma solo dopo aver eseguito una scintigrafia tiroidea, che valuti la situazione, ed una mini pre-somministrazione di Iodio, che consente di monitorare la reazione della tiroide; lo scopo è quello di inibirne irreversibilmente l’attività. Dato che lo Iodio viene completamente captato dalle cellule tiroidee, non ci sono rischi di contaminazione al di fuori dell’area da colpire.
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