Ghiandola di Bartolino: cosa sono e perché si infiammano
La ghiandola di Bartolino sono in realtà una coppia di ghiandole dell’apparato genitale femminile esterno. Spesso vengono anche definite ghiandole vestibolari maggiori, per creare una distinzione netta dalle altre ghiandole, minori, che si trovano sparse nella parete del vestibolo della vagina.
A volte può succedere che la ghiandola di Bartolino si infiammi. Ma perché accade e quali sono i rimedi?
Cosa sono
Le ghiandole di Bartolino si trovano su entrambi i lati dell’apertura vaginale. Da queste ghiandole proviene il liquido che aiuta a lubrificare la vagina. Può però accadere, abbastanza comunemente, che l’apertura di queste ghiandole si ostruisca, causando un accumulo di fluido nella ghiandola. Da qui l’ingrossamento e l’infiammazione. Questo è il caso della cisti di Bartolino.
Malattie alle Ghiandole di Bartolino
Come abbiamo accennato, può accadere che le ghiandole di Bartolino si infiammino, ingrossandosi, creando dolore. Stiamo parlando della cisti di Bartolino, o bartolinite. In caso di bartolinite il liquido che si accumula all’interno della ghiandola, a causa dell’ostruzione, può infettarsi e quindi sviluppare una raccolta di pus, formando un ascesso. L’infezione può interessare entrambe o una sola delle ghiandole.
Ad ogni modo, la cisti di Bartolini è una patologia comune, e a volte è sufficiente un trattamento casalingo, per permettere alla situazione di tornare alla normalità. In casi più difficoltosi invece è necessario un drenaggio chirurgico, e di un trattamento antibiotico. Una situazione piuttosto comune, facilmente risolvibile dal medico.
Altre volte invece, soprattutto nelle donne anziane, le ghiandole di Bartolino possono essere colpite da una particolare forma di tumore, chiamato carcinoma primitivo della ghiandola di Bartolino. Di solito questa patologia si caratterizza invece per ulcere e dolore.
Cause della cisti di Bartolini
L’accumulo di fluido all’interno della ghiandola di Bartolini dal quale ha poi origine l’infiammazione, può essere dato da infezioni o lesioni. A volte la causa principale è un batterio, come l’Escherichia coli, che viene trasmessa sessualmente, e che è causa anche di gonorrea e clamidia.
Una delle cause può essere anche uno sviluppo congenito e anomalo dei tessuti, e non necessariamente legato ad un’infezione.
Ovviamente non esiste un modo certo per impedire il manifestarsi della cisti di Bartolino. Ma utilizzare il preservativo e lavarsi bene dopo ogni rapporto sessuale, può essere un modo per prevenirne qualunque genere di infezione sessuale.
Sintomi della cisti di Bartolini
Come dicevamo una delle patologie più comuni alle ghiandole di Bartolini è la bartolinite. A volte, quando la cisti è di piccole dimensioni, passa inosservata. Se invece cresce si può notare un nodulo vicino all’apertura vaginale. Questo bozzo può essere doloroso e morbido e creare disagio quando si sta seduti. In alcuni casi, quando l’infiammazione è già ad uno stato avanzato, può portare anche febbre.
Se vedete che questo bozzo in due o tre giorni non migliora, recatevi dal vostro medico che prenderà un campione di secrezioni vaginali o della cervice, per verificare la presenza di eventuali infezioni sessuali, ed eventualmente consigliare una biopsia, nel caso in cui abbiate superato i quarant’anni.
Di solito queste cisti sono un problema abbastanza comune tra le donne che hanno un’età in cui sono sessualmente attive, a partire quindi dai vent’anni.
È vero però che l’età delle pazienti affette da bartolinite si sta abbassando sempre di più. Questo è sicuramente legato alla precoce età dei primi rapporti sessuali. Ma non solo. Anche l’uso di indumenti intimi colorati, di leggins, di jeans molto attillati, che inducono uno sfregamento sulla pelle, possono essere causa della cisti di Bartolini.
Rimedi
Come dicevamo, nella maggior parte dei casi, la cisti di Bartolino non prevede nessun trattamento e non provoca nemmeno dolore. Eventualmente, i trattamenti sono consigliati quando la cisti non dà segno di voler sparire, se è di grandi dimensioni o se è infetta, e quindi provoca dolore.
Tra i rimedi “della nonna” che potete provare ad attuare ci sono un bidet o un bagno caldo. Per tre quattro giorni, più volte al giorno, bagnare la cisti con acqua calda può aiutarla a scaricarsi da sola. Oppure, come alternativa al bidet o al bagno caldo, può rivelarsi utile premerla con un asciugamano caldo, pulito.
Nel caso in cui la vostra cisti sia molto grande o infetta invece potrebbe essere necessario un drenaggio chirurgico. Il medico eseguirà una piccola incisione sulla cisti, per scaricarla, ed eventualmente applicherà un piccolo catetere per il drenaggio completo, che dovrete tenere fino ad un massimo di sei settimana. Si tratta di un’operazione veloce, di solito compiuta in anestesia locale o sedazione.
Inoltre il vostro medico potrebbe consigliarvi di prendere antibiotici, se la cisti è infetta, o se dopo aver eseguito il test dovesse risultare un’infezione a trasmissione sessuale.
Infine, se la cisti tende a tornare, potrebbe essere necessaria quella che di solito viene chiamata marsupializzazione. In questo caso il medico inserirà dei punti su ciascun lato dell’incisione, per creare un’apertura permanente, e aiutare il drenaggio totale.
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