Urobilinogeno, come leggere i valori
L’urobilinogeno è una sostanza prodotta dall’intestino per la fermentazione batterica della bilirubna. Solitamente viene eliminato con le feci, ma a volte più essere presente anche nelle urine. A volte, questa presenza può essere indice di patologie del fegato e delle vie biliari. Oggi vi spieghiamo come viene misurato e quali sono i valori di riferimento.
Che cos’è l’urobilinogeno
Si tratta di una sostanza incolore, prodotta dalla degradazione dei globuli rossi invecchiati o danneggiati. L’urobilinogeno viene prodotto a livello intestinale, per una fermentazione batterica della bilirubina. La bilirubina è una molecola di rifiuto, e la trasformazione avviene all’interno dell’intestino grazie al lavoro di batteri intestinali.
Poi l’urobilinogeno viene espulso con le feci, mentre una parte viene riassorbita dal sangue e quindi veicolata al fegato. Una piccola parte di urobilinogeno riassorbito sfugge ai filtri del fegato e viene espulso con le urine. Questa parte viene chiamata urobilina, che è anche responsabile della colorazione delle urine. Allo stesso modo lo stercobilinogeno, presente nelle feci, è responsabile della colorazione tabacco o marrone.
I valori dell’urobilinogeno
L’urobilinogeno presente nelle urine dovrebbe avere valori compresi tra 0,10 e 1,8 mg/dl per essere considerato normale. Nei casi di normalità, come si può vedere da questi valori, l’urobilinogeno è presente nelle urine in piccolissime quantità. Però quando l’urobilogeno è totalmente assente la causa può essere un fenomeno ostruttivo a livello epatico. Un’ostruzione delle vie biliari può essere all’origine di calcoli biliari.
Concentrazioni superiori ai 2,0 mg/dl invece sono da considerarsi patologiche.
Quando si riscontra la presenza di un alto valore di urobilinogeno nelle urine potrebbe indicare alcune patologie, relative alle cellule epatiche.
Alcune volte si possono riscontrare anche alcune false alterazioni dei valori, soprattutto dovute al metodo analitico utilizzato per eseguire gli esami.
Questi valori infatti potrebbero essere alterati a causa dell’assunzione di farmaci a base di fenotiazinici, sulfamidici o acido paramminosalicilico.
A volte i valori di urobilingogeno possono essere anche inferiori, rispetto ai normali valori. Questi di solito si presenta in caso di itteri congeniti da insufficienza enzimatica, come nel caso di una sindrome genetica oppure di ittero fisiologico del neonato e ittero da latte materno. Oppure a causa di trattamenti che acidificano le urine, come quelli a base di cloruro di ammonio o acido ascorbico.
Bassi valori di urobilinogeno nelle urine si presentano anche dopo essersi sottoposti a cure antibiotiche prolungate che hanno distruttto la flora intestinale.
In genere, i livelli di questo esame sono più alti durante la prima metà del pomeriggio.
Cosa indica l’urobilinogeno
L’urobilinogeno presente nelle urine può indicare una possibile patologia del fegato e delle vie biliari.
Quindi, quando questi valori sono alti ci si potrebbe trovare in presenza di epatite virale, acuta o cronica, epatite tossica, cirrosi e neoplasia. Inoltre, una distruzione di globuli rossi, superiore alla media può indicare anche un’anemia emolitica, e gravi contusioni, con ematomi in via di riassorbimento.
Quando viene richiesto l’esame per l’urobilinogeno
L’esame per misurare la presenza di urobilinogeno nelle urine di solito viene prescritto dal medico, per analisi di routine. Ma può anche essere richiesto per sospetti di problematiche e patologie al fegato.
In gravidanza
Quando si aspetta un bambino l’urobilinogeno nelle urine può aumentare, senza per questo comportare una causa patologica. Infatti, in gravidanza possono esserci alcuni problemi epatici, dovuti alla pressione compiuta dal bambino sulle vie biliari. Questa pressione potrebbe quindi ostruire il flusso della bile, e quindi alzare i valori dell’urobilogeno.
Nei neonati
La concentrazione dell’urobilogeno nelle urine dei neonati solitamente è presente, anche in alte quantità. Se non viene espulsa la bilirubina può formare degli accumuli a livello cerebrale, che possono generare convulsioni, disturbi alla vista e problemi a livello mentale.
Ad ogni modo, valori superiori ai venti mg/dl sono comunque da ritenersi motivo di ulteriori esami.
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