
Allenamento Buffer, come fare, a cosa serve e consigli
Oggi tra gli amanti della palestra si parla molto di allenamento a buffer, soprattutto con la crescita degli studi scientifici riguardanti il settore del fitness. Proprio per chiarire molti aspetti, spiegheremo in questo articolo cosa si intende quando si parla di allenamento a buffer e cosa comporta come effetti sul fisico e sull’intera attività.
Che cos’è l’allenamento a buffer
Per far capire di cosa parliamo quando si parla di allenamento a buffer, partiremo dal significato della parola. In inglese “buffer” vuol dire “tampone” ed relativo ad un tipo di attività nella quale ci si ferma prima che sopraggiunga l’impossibilità di compiere un’altra ripetizione.
In poche parole ci si ferma prima che la stanchezza sia tale da dover interrompere l’esercizio. Esistono molti motivi fisiologici per cui si arriva a questo punto: sono utilizzate tutte le fibre che terminano la loro energia, oppure il muscolo è saturo di acido lattico, cioè il prodotto di scarto creato dal metabolismo energetico anaerobico. L’opposto dell’allenamento a buffer è l’allenamento a cedimento.
Benefici dell’allenamento a buffer
Arrivando al punto di saturazione è possibile si chiede un enorme sforzo al proprio organismo, non solo per quello che riguarda i muscoli. È richiesto infatti un tempo di recupero più lungo, sia per il fisico che per il sistema nervoso: non sono infatti solo le fibre muscolari ad attivarsi al massimo, ma anche il Sistema Nervoso Centrale che dovrà impegnarsi mantenendo alta la soglia di dare gli input a continuare l’esercizio. È proprio il secondo che non riesce a dare più impulsi al resto del corpo.
Con l’allenamento a buffer invece si tende a limitare questo processo, in modo da poter aumentare la possibilità di allenarsi, fare un maggior numero di serie e di ripetizioni. Allo stesso modo dà la possibilità di migliorare la tecnica di esecuzione potendo ripetere più spesso il gesto tecnico.
Come allenarsi col buffer
Per utilizzare il buffer durante l’allenamento è necessario che a seconda della quantità di ripetizioni il carico sia inferiore del 5% rispetto al massimo ammesso. In caso di allenamento di potenza il range di ripetizioni è compreso tra il 75 e il 90% del massimale.
In questo modo è possibile non esaurire del tutto le riserve di energia del muscolo, in modo da eseguire l’allenamento in maniera tecnica corretta, mantenendo la velocità giusta per tutte le ripetizioni.
Quando scegliere l’allenamento con buffer
Non esistono motivi precisi per cui scegliere questo tipo di allenamento rispetto a quello a cedimento. Si tratta infatti di una scelta che va ponderata a seconda dei casi e dei consigli del personal trainer. Il buffer infatti come detto, ha molti vantaggi, come la possibilità di ripetere maggiori volte un esercizio e più a lungo, ma anche l’allenamento a cedimento ha i suoi vantaggi.
Un allenamento di maggiore intensità porta sicuramente ad una maggiore stanchezza, ma può aiutare il corpo ad adattarsi alle esigenze.
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