Broncopolmonite, come si riconosce e si cura
La broncopolmonite è un processo infiammatorio che interessa i polmoni ed i bronchi; per essere corretti, dobbiamo specificare che si chiama così solo quando interessa entrambi gli organi, ma in realtà si usa questo termine anche per parlare solo di polmoni, mentre sarebbe più giusto parlare solo di polmonite, in questo caso.
In ambito pediatrico, è molto comune riscontrare l’interessamento di bronchi e polmoni, e lo è anche nelle persone anziane; in questi casi l’infezione viene a contatto con le prime vie aeree e penetra nei bronchi, da questi scende ad interessare i polmoni, e diventa broncopolmonite, mentre in altri casi, in cui la sorgente dell’infezione è diversa, il problema parte direttamente in sede polmonare.
La prima fase della broncopolmonite è lobulare; questo significa che piccole parti dei bronchi e poi dei polmoni, i lobuli, o alveoli, si riempiono di muco, o di essudato, per dirla in termine scientifico; questa sostanza infiammatoria, riempie le piccole cavità che dovrebbero invece contenere gas, ossigeno ed anidride carbonica, che sono la vita stessa dei bronchi e dei polmoni; se in questa prima fase, non si interviene tempestivamente per liberare i lobuli, e neutralizzare i focolai d’infiammazione, la quantità di muco aumenta, e le parti piene di muco diventano spazi molto più ampi, vere e proprie sezioni del polmone, i cosiddetti lobi; qui la broncopolmonite diventa lobare, e siamo già ad un punto molto critico dell’evoluzione della malattia.
Il processo di riempimento di muco negli interstizi bronchiali e polmonari, si chiama consolidamento; quando il consolidamento riguarda un intero lobo di polmone, la respirazione è gravemente compromessa, ed occorre intervenire con urgenza, perché a questo punto del processo, tutto avviene molto più velocemente e pericolosamente. Se il consolidamento dovesse diventare bilaterale, i rischi sarebbero molto più gravi e sarebbe molto più difficile avere un esito positivo alla terapia.
Che cosa provoca la broncopolmonite
Le cause possono essere davvero numerose e varie, ma il principale responsabile della broncopolmonite è lo streptococco pneumoniae, nei bambini colpisce due volte su tre; ma andiamo per ordine.
La causa della broncopolmonite può essere batterica, virale, micotica, altra.
Quando si parla di broncopolmonite batterica, gli agenti patogeni possono essere: streptococco, pneumococco, stafilococco; quando è virale, i responsabili sono virus, tra i quali ci sono: mycoplasma, clamydia, coxiella, pseudomonas.
L’origine micotica, ovvero da funghi, si determina in pazienti già gravemente compromessi da una situazione immunitaria molto carente, per esempio dopo una lunga terapia cortisonica, oppure in terapia di rianimazione con ventilazione forzata, tramite respiratore, il quale alcune volte, purtroppo, diventa veicolo di contagio.
Ci sono altre modalità di infiammazione, le quali sono specifiche di alcune particolari situazioni: per esempio i pazienti oncologici, sottoposti a radioterapia, sono molto soggetti alla broncopolmonite causata da radiazioni ionizzanti.
Altre volte lo stesso ricovero in ospedale diventa rischioso, quando in pazienti già debilitati per altri motivi, si instaura un processo infiammatorio causato da germi presenti nei reparti, e resistenti a vari antibiotici, molto complicati da trattare.
C’è anche una broncopolmonite causata dalla tubercolosi, dovuta al bacillo di Koch, o microbatterio tubercolare.
La broncopolmonite può essere contratta anche a causa di un contagio familiare, per esempio quando fra due fratellini, il maggiore ha mal di gola e tosse, e il minore, più debole, contrae l’infezione dallo stesso batterio del fratello, ma la forma della malattia diventa più grave. Anche il fumo, attivo e passivo, apre la strada all’infezione da virus e batteri, in quanto svolge un’azione distruttiva della mucosa deputata a proteggere le prime vie aeree.
Ci sono state, anche nella nostra epoca, alcune epidemie di broncopolmonite, dovute a virus particolari, tra i quali ricordiamo i tristemente famosi antrace ed ebola; in queste particolari broncopolmoniti contagiose, il paziente deve essere isolato, e chiunque debba avvicinarsi per curarlo, deve munirsi di opportune protezioni, tipo guanti e mascherine.
I sintomi e la diagnosi della broncopolmonite
Obiettivamente, un malato di broncopolmonite può essere confuso con un malato di influenza; non ha caratteristiche che siano solo proprie, ma molti sintomi diversi, che un bravo medico deve saper assemblare e fare, come si dice, due più due.
Il muco che invade gli interstizi dei polmoni provoca difficoltà di respirazione, raffreddore, tosse; ma quando la situazione diventa più pesante, la tosse è persistente, implacabile, continua, fino a lasciar esausto il paziente come se non avesse più forze. Questo accade perché, man mano che la malattia avanza, diminuisce la quantità di ossigeno a disposizione, e tutto l’organismo soffre di questa mancanza, come fosse sottoposto ad una fatica immane.
A questo si aggiunge la febbre, il colorito pallido, il respiro corto, quasi sibilante, ed una visione d’insieme di persona non sana; un buon medico, a questo punto, ha già capito, ma procedendo con l’auscultazione del torace, davanti e dietro, sentirà il crepitìo prodotto dal passaggio del respiro negli interstizi sempre più ridotti, e potrà essere certo di trovarsi di fronte ad una broncopolmonite.
A volte, al quadro generale, soprattutto negli anziani, si possono aggiungere stati deliranti, mancanza di appetito, sonnolenza, dolori muscolari, diarrea, vomito.
Nei bambini, invece, si noteranno subito le labbra scolorite, grigiastre o bluastre, e la respirazione rapida ed affannosa, oltre naturalmente alla tosse persistente e alla febbre alta. Nei bambini, inoltre, i sintomi compaiono rapidamente tutti insieme, senza la gradualità delle altre età, che sono più difficili da diagnosticare.
Un Rx del torace confermerà la diagnosi, e l’esame del muco espettorato consentirà di chiarire qual’è il batterio o il virus responsabile della malattia.
Come si cura la broncopolmonite
La terapia principe è quella a base di antibiotici, meglio ancora se mirati al batterio o virus specifico, che ha causato l’infezione, grazie all’analisi del muco espettorato. Talvolta è necessario il ricovero in ospedale, soprattutto se si determina una scarsa risposta dell’organismo alla terapia antibiotica prescritta; nel caso di aggravanti asmatiche, sarà necessario aggiungere un farmaco broncodilatatore, ed in tutti i casi bisogna assicurare un buon apporto di acqua, per reidratare il corpo.
Dato che, spessissimo, la broncopolmonite è una degenerazione dell’influenza stagionale, per le persone a rischio, per i bambini, e per gli anziani, è preferibile somministrare il vaccino antinfluenzale prima dell’arrivo dell’influenza, in modo da prevenire le conseguenze più critiche.
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