Certificato medico agonistico, a cosa serve e come funziona
Nell’ambito sportivo è molto importante, specialmente per gli sport di squadra, conoscere le condizioni di salute di ogni membro della squadra: questo permette agli allenatori di conoscere in tutto e per tutto la condizione dei propri atleti e a questi ultimi, in caso essi non ne siano a conoscenza, di prevenire spiacevoli conseguenze di una patologia grave.
A cosa serve il certificato medico agonistico
Solitamente questo esame si effettua tramite analisi delle urine e serve, prima di tutto, a verificare la funzionalità corretta dei reni. Si prendono in analisi il colore delle urine e il loro contenuto chimico per evidenziare eventuali patologie o condizioni che ostacolerebbero le prestazioni sportive. L’esame, inoltre, serve per poter affermare che un atleta è idoneo all’attività sportiva agonistica: quando viene effettuato post-gara, invece, serve a verificare che l’atleta non abbia assunto sostanze proibite che migliorano le performance. Se volete quindi cominciare un’attività agonistica, rivolgetevi al vostro medico per ottenere il certificato medico agonistico dopo aver effettuato le dovute analisi. Oltre all’analisi delle urine, verrà effettuata anche una visita cardiologica, per verificare che l’atleta rischi non infarti o altri pericoli durante l’attività fisica.
L’analisi di tipo visivo
Vediamo adesso a quali elementi dobbiamo fare attenzione se effettuiamo un’analisi di tipo visivo. Prima di tutto bisogna guardare il colore: quando non sono presenti patologie o altri fattori che influenzerebbero in negativo il nostro organismo, il colore dell’urina sarà giallo paglierino; se il colore sarà più tendente al dorato, vorrà dire che stiamo assumendo molte vitamine; attenzione se l’urina presenta tracce di colore rosso limpido, perché indica la presenza di emoglobina, mioglobina o porfirine; se invece il colore è un vero e proprio rosso torbido, vorrà dire che soffriamo di qualche infezione alla vescica evidenziata dalla presenza di sangue o di urati; rivolgetevi immediatamente ad un medico se il colore è poi tra il verde e il blu, perché potreste soffrire di un’infezione da pseudomonas. Come è facile intuire, sono diversi i cibi che possono alterare il colore delle vostre urine quindi evitate di consumare alimenti prima di sottoporvi agli esami.
L’analisi chimica delle urine
Altro tipo di analisi, effettuato solitamente tramite le strisce che reagiscono al pH dell’urina, in modo da conoscerne le componenti chimiche: solitamente in pH dell’urina varia tra il valore di 5,5 a quello di 7,5; per chi segue una dieta a base di carne può anche scendere a valori intorno a 4,5 e salire a 8,0 in caso si segua una dieta di tipo vegetariano. Altro fattore che si verifica è quello del peso specifico dell’urina: se questa pesa troppo, infatti, il rene potrebbe non funzionare ai massimi livelli. Tramite questa analisi si verifica anche la percentuale di proteine contenute nella urine: solitamente questa concentrazione è inferiore a 15 mg/dl; i valori risultano aumentati soltanto in caso in cui ad essere analizzate siano le urine di una donna incinta in cui la concentrazione aumenta a 50 mg/dl. Altro aspetto da non sottovalutare è quello del glucosio: trovare infatti concentrazioni abbondanti di glucosio nelle urine può indicare la presenza di diabete o alterazioni di tipo renale.
Come raccogliere un campione di urine per l’analisi
Abbiamo visto i valori più importanti risultanti da questa analisi, adesso vediamo come raccogliere il campione di urina da portare poi al centro per analisi. Bisogna necessariamente raccogliere il campione utilizzando l’urina della prima minzione mattutina, circa due ore prima delle analisi, seguendo questa tabella di marcia: prima di tutto, lavatevi le mani in modo da non contaminare i genitali con agenti esterni; pulite anche questi ultimi utilizzando acqua e sapone; durante la raccolta del campione scartate soltanto il primo getto di urina; a questo punto riempite il contenitore solo con il secondo getto. Vi raccomandiamo di chiudere bene la provetta sterile al fine di evitare la perdita di parte del liquido.
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