Coprocoltura, a cosa serve e come si fa?
Quando si parla di coprocoltura ci si riferisce ad uno specifico esame batteriologico delle feci particolarmente importante in quanto consente di individuare la presenza di germi ovvero microrganismi all’interno del proprio intestino, uno strumento fondamentale per effettuare la diagnosi di specifiche infezioni.
La coprocoltura è un esame con la chiara finalità diagnostica, inoltre la presenza dell’antibiogramma consente di poter individuare il farmaco più adatto ed efficace per debellare il patogeno.
L’esame di coprocoltura viene eseguito su un campione di feci, un’operazione che deve essere eseguita dal paziente tenendo conto di alcuni accorgimenti. La procedura di raccolta deve fare in modo che le feci non vengano a contatto con le urine, ma nemmeno con l’acqua o con detergenti in quanto potrebbero contaminarle.
Procedura di raccolta feci per esame di coprocoltura
Meglio che la defecazione avvenga all’interno di un recipiente pulito, inoltre è necessario che nei giorni antecedenti alla raccolta delle feci non si faccia uso di lassativi o supposte per favorire l’evacuazione, si suggerisce inoltre di evitare l’uso di antibiotici.
Durante la procedura di raccolta si potranno utilizzare dei guanti di lattice, le feci adeguatamente raccolte dovranno essere poste all’interno di un contenitore sterile, prelevate tramite apposita spatolina prestando attenzione di raccogliere anche la presenza di eventuale muco, pus o sangue, in quanto è facile che possano essere presenti batteri.
Dopo la raccolta il campione di feci dovrà essere consegnato presso il laboratorio analisi entro sessanta minuti, in quanto se il campione di feci non è fresco c’è la possibilità che i risultati possano essere falsati. L’esame potrebbe essere falsato anche viene consegnato entro sessanta minuti ma essendo stato esposto a fonti di calore o a temperature rigide.
Nei neonati la raccolta delle feci dovrà essere effettuata tramite un tampone direttamente dal retto, in questa circostanza non si dovranno eseguire particolari procedure.
Quando richiedere l’esame di coprocoltura?
Solitamente l’esame di coprocoltura viene richiesto in specifiche circostanze ovvero se si sospetta la presenza di un’infezione batterica o parassitaria che solitamente si manifesta tramite febbre, diarrea o dolori addominali.
Solitamente è il medico a consigliare l’esame di coprocoltura in quanto è particolarmente utile ad individuare la causa di sintomi gastro-intestinali che spesso sono legati ad un’infezione batterica.
Solitamente la coprocoltura è utile a ricercare batteri come nella salmonella, shigella e campylobacterche potrebbero causare infezioni all’interno dell’intestino. Mentre l’escherichia coli enterotossici, bacillus cereus e staphylococcus aureus sono i microrganismi che possono essere individuati tramite esame di coprocoltura.
Nei pazienti in età pediatrica l’esame di coprocoltura è indispensabile per individuare i rotavirus che potrebbero causare gastroenteriti, dopo i 5-6 anni la coprocoltura non viene più utilizzata per l’individuazione dei rotavirus in quanto i pazienti risultano completamente immunizzati.
Nel caso in cui i risultati dell’esame di coprocoltura risultino positivi per i batteri patogeni significa che i sintomi riscontrati sono causati da tale batterio, in quanto negli esami specifici è presente anche il nome del batterio che causa l’infezione.
Nel caso in cui il risultato sia negativo significa invece che la ricerca dei batteri maggiormente diffusi non ha dato esiti e non è avvenuto alcun tipo di isolamento , in questo caso le cause dei sintomi si potrebbero essere addebitate ad un fattore patogeno presente con minor diffusione. Ma in caso di falso negativo è possibile che il medico consigli di ripetere nuovamente l’esame di coprocoltura.
Potrebbe presentarsi inoltre la possibilità che i batteri dannosi siano concentrati nell’apparato digerente e quindi non risultino presenti nelle feci, in quanto la concentrazione presente sia inferiore.
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