Dieta di mantenimento: cos’è e qualche esempio
Dopo una dieta dimagrante, o semplicemente per far rimanere invariato il proprio peso, è fondamentale seguire una dieta di mantenimento, anche se su questo argomento c’è un po’ di confusione. Pertanto, è utile mettere le cose in chiaro, in modo tale da capire l’importanza di questa tipologia di regime alimentare.
Cos’è la dieta di mantenimento
In parole povere, quando si parla di dieta di mantenimento, si intende quel regime alimentare che si dovrebbe seguire in modo tale da mantenere più o meno costante il proprio peso. Dopo aver fatto tanti sforzi per dimagrire, prendere nuovamente del peso a causa delle abitudini alimentari sbagliate è la peggior cosa che si possa fare, dato che manda in frantumi un ottimo risultato raggiunto con fatica.
Pertanto, è bene chiedere al proprio nutrizionista una dieta di mantenimento, capace di far durare nel tempo tutti i risultati ottenuti. Tuttavia, delle abitudini alimentari sbagliate non fanno bene a nessuno e, pertanto, è sempre preferibile avere una regola, seguire una sorta di regime sano e senza eccessi, che rispetti quello che è il fabbisogno energetico del corpo, senza strafare.
Principi della dieta di mantenimento
La dieta di mantenimento, dato che non deve servire per dimagrire ulteriormente ma per mantenere il peso raggiunto, si basa soprattutto sui principi della corretta alimentazione. Nel nostro caso, la dieta mediterranea è un valido esempio di questo tipo di regime sano ed equilibrato. Nello specifico, quindi, si dovranno assumere le calorie previste dal nostro fabbisogno che devono essere divisi in percentuali.
Il 55-60% dovranno essere carboidrati, il 10-15% proteine, il 25-30% grassi. In questo modo, seguendo questa divisione, il corpo non dovrebbe subire delle variazioni di peso. E’ bene ricordare, tuttavia, che si deve fare molta attenzione anche alla ritenzione idrica, che potrebbe portare a degli sbalzi di peso e a degli odiosi inestetismi, definiti come cellulite.
Esempio di dieta
La dieta di mantenimento prevede ben 5 pasti al giorno, che sono colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena. Un adulto deve assumere circa 2000 kcal, che possono variare in base alla tipologia di vita che conduce o in base a talune condizioni di salute. Tuttavia, nonostante i casi siano da valutare uno ad uno, si può stilare una sorta di menu giornaliero, sulla base dei principi sopra enunciati.
La prima colazione è un pasto fondamentale che in molti saltano pensando di far bene. Tuttavia, far partire la giornata con la giusta dose di nutrienti ed energia è fondamentale e, pertanto, non si deve mai saltare nessun pasto, se non si vogliono avere effetti contrari a quelli sperati. Nello specifico, la colazione dovrebbe apportare circa il 20% delle calorie quotidiane, o meglio 400 kcal circa.
Proprio per questo motivo, si dovrebbe assumere del latte (un bicchiere) o un vasetto di yogurt magro, 50grammi di pane con marmellata o, in alternativa, 4 5 biscotti. Il caffè e il tè devono essere rigorosamente senza zucchero, dato che si dovrebbero anche mangiare almeno 150 gr di frutta fresca. Quest’ultima, poi, dovrebbe essere consumata anche a metà mattinata e nel pomeriggio, in modo tale da consumare le 3 porzioni di frutta al giorno che vengono consigliate in ogni dieta.
Per quel che concerne, invece, il pranzo e la cena, queste non dovrebbero superare le 700 kcal a pasto e dovrebbero apportare carboidrati grassi e proteine nelle dovute proporzioni. E’ bene anche variare gli alimenti, in modo tale da inserire tutti i nutrienti nella propria dieta quotidiana.
Inoltre, va da sé che, come quando si fa una dieta per perdere peso, si devono limitare il più possibile gli eccessi di fritto, dolci, alcool e tutto ciò che potrebbe portare ad aumentare il proprio peso corporeo. Eliminare il junk food o, comunque, limitarlo il più possibile può portare solo dei benefici.
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