Farmaci acufeni, terapia, cure, effetti collaterali
Solitamente i medici tendono ad utilizzare il termine acufeni per indicare una situazione in cui il paziente dichiara di avvertire un rumore fastidioso, sia da una che da entrambe le orecchie, o anche dalla testa.
A soffrire di acufeni sarebbero almeno il 10-15% delle persone e nella maggior parte dei casi tale disturbi è ben tollerato dai soggetti, mentre per il 1-2% è considerato un problema significativo.
Nonostante circa 5 milioni di italiani convivono con gli acufeni, tale disturbo potrebbe essere poco tollerato da molti proprio perché diverse sono le sue caratteristiche che variano a seconda del paziente. In alcuni soggetti gli acufeni vengono percepiti come semplici tintinii o suoni ma solo dopo un’esposizione a rumori molto forti, disturbo che dopo tende a sparire.
Altre persone invece dichiarano di sentire un rumore flebile che non riescono a distinguere tra gli altri suoni presenti nell’ambiente. È interessante constatare che il volume dell’acufene misurato tramite strumenti da laboratorio non è necessariamente correlato alla gravità dell’acufene percepito dal paziente, in quando ogni paziente ha un proprio grado di tollerabilità, ecco perché è un’esperienza molto personale.
Gli acufeni colpiscono i soggetti in maniera indistinta, senza alcuna differenza di età, anche se non è una patologia particolarmente diffusa tra i bambini, solitamente infatti sono proprio bambini che hanno problemi di udito fin dalla nascita ad essere affetti dagli acufeni. Ma tutti i bambini possono essere a rischio di acufeni se esposti a rumori particolarmente forti, soprattutto concerti, musica troppo alta, o attività particolarmente rumorose potrebbero danneggiare le orecchie dei bambini.
È necessario quindi prestare attenzione alla salute delle orecchie dei più piccoli, cercando di proteggerle dai rumori forti, o di allontanare il bambino di rumori particolarmente forti, magari evitando di partecipare ad alcuni eventi in compagnia dei bambini.
Tra le principali cause degli acufeni dobbiamo indicare la riduzione dell’udito in soggetti anziani, o anche l’esposizione a rumori forti, ma anche infezioni delle orecchie, problemi cardiaci, tumori al cervello, problemi tiroidei, le variazioni ormonali nelle donne o la sindrome di meniere.
Qualora venga individuata la causa scatenante potrebbe essere efficace intraprendere un trattamento mirrato ad ottenere dei possibili miglioramenti, o cercare di agire sullo stile di vita del soggetto per cercare di ridurne l’intensità, magari iniziando un percorso psicoterapeutico che possa aiutare il soggetto a convivere con gli acufeni.
Acufeni pulsanti cos’è?
L’acufene pulsante è un disturbo particolarmente fastidioso, prevede un ritmo pulsante solitamente a ritmo con il battito cardiaco, e che può essere udito attraverso l’esame obiettivo semplicemente appoggiando lo stetoscopio sul collo del paziente o anche tramite apposito microfono posizionato all’interno del condotto uditivo.
Sicuramente l’acufene pulsante non è assolutamente una forma frequente, e spesso le cause scatenanti sono l’ipertensione arteriosa, un soffio al cuore, patologie della tromba di Eustachio o tumore glomico.
Cause acufene
Ad oggi le cause legate alla comparsa degli acufeni sono assolutamente sconosciute, ma secondo diversi studi possono essere legati a come il cervello interpreta i suoni uditi dall’orecchio, spesso non esiste una sola causa ma una combinazione di diversi fattori.
Per trattare gli acufeni sicuramente è necessario cercare di capire la causa scatenante che ha provocato il disturbo, cercando di alleggerire il rumore percepito dal paziente. Solitamente la prima misura terapeutica è cercare di eliminare il tappo di cerume presente all’interno dell’orecchio, o alternativamente è possibile curare l’alterazione vascolare che ha causato l’acufene tramite la somministrazione di farmaci specifici.
È possibile assumere farmaci triciclici e benzodiazepine che dovranno essere somministrati per la cura di acufeni di grave entità e solamente sotto controllo medico. Ma qualora i soli farmaci non fossero in grado di alleviare il disturbo è possibile sottoporre il paziente a trattamenti non farmacologici, ovvero tramite l’uso di dispositivi elettrici in grado di sopprimere il ronzio o il rumore percepito.
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