Gelato artigianale e calorie: fa ingrassare o meno?
Quando si parla di gelato non si può non pensare a una bontà che in molti adorano, a giusta ragione. Tuttavia, se si pensa a questo alimento, oltre alla bontà vengono in mente anche le calorie che contiene e, pertanto, ci si chiede se faccia o meno ingrassare.
Se si sta seguendo una dieta per perdere peso, capita di avere voglia di gelato artigianale e di non sapere se poterlo o meno mangiare e, pertanto, cercheremo di rispondere a questa domanda: fa ingrassare o no?
Per capirlo, bisogna guardare ai valori nutrizionali del gelato artigianale cercando di capire se fa bene o meno e in che dosi può essere consumato.
Cos’è il gelato artigianale
Questo è un alimento che fa parte della tradizione italiana e che si ottiene attraverso uno specifico procedimento che lo rende un prodotto unico nel suo genere. Nello specifico, si tratta di un procedimento che serve per incorporare l’aria in una miscela liquida e in fase di congelamento.
Si trovano, oggi come oggi, tantissime tipologie di gelato in circolazione e questo perché ci sono sia diversi metodi di produzione che moltissimi ingredienti che vengono, di volta in volta utilizzati.
Gli ingredienti base del gelato sono latte, zucchero e uova: questi sono la base a cui si aggiungono, poi, gli altri ingredienti, come i pistacchi, la polpa di frutta, il cioccolato, il caffè e qualsiasi cosa serva per fare un gusto tra i più amati o, anche, tra i più innovativi.
Alla luce delle tante allergie alimentari che si stanno sviluppando soprattutto negli ultimi anni, si è arrivati a produrre del gelato senza né latte né uova e questo fa sì che si abbiano anche meno calorie. In alcuni casi, si produce anche del gelato in cui il saccarosio viene sostituito con il fruttosio, che ha un indice glicemico più basso.
Valori nutrizionali e caratteristiche del gelato
Il gelato è un alimento molto digeribile e piacevole da mangiare, ma bisogna ricordare anche che si tratta comunque di un alimento molto calorico. Per capire perché si dice quanto sopra, basta pensare che una porzione media di gelato, di circa 2oo gr, contiene dalle 300 alle 500 calorie.
Proprio per questo motivo, viene suggerito da molti esperti della nutrizione di sostituire un pasto completo con un gelato, alla luce del numero di calorie contenute, va è ovvio che una porzione normale di gelato non riesce a saziare come un pasto completo.
Come regolarsi, quindi? Significa che è preferibile non mangiare il gelato? Assolutamente no, dato che basta prendere qualche accorgimento per far quadrare il bilancio calorico della giornata senza né sentire fame né eccedere in senso opposto. Per fare ciò, si può cercare di compensare con un pasto ipocalorico e a base di proteine, per poi concludere il pasto con un bel gelato.
Un’altra cosa che si deve considerare quando si parla di gelato è che ce ne sono di diversi tipi. La prima distinzione che si deve andare a fare è quella tra gelato artigianale e industriale. Va da sé che, questi casi, le differenze riguardano sia i metodi di produzione che quelli che sono gli ingredienti utilizzati. Vediamo nel dettaglio di cosa si sta parlando. Iniziamo con il dire che il gelato artigianale ha una qualità maggiore dato che, nella maggior parte dei casi, ha materie prime fresche. Esso si produce con una con una fase di incorporatura dell’aria che avviene con metodo molto lento. Per produrre un gelato di qualità si devono utilizzare alcuni additivi innocui, come, ad esempio, la farina di semi di carrube che serve come ottimo addensante naturale.
Al contrario, il gelato industriale, contiene per lo più prodotti di minore qualità, come latte in polvere, oli vegetali, coloranti, emulsionanti, stabilizzanti e aromi vari. Si incorpora più aria e, per questo motivo, molto spesso è più soffice e voluminoso, ma di certo non più buono, anche perché la qualità si abbassa notevolmente in questi casi.
Detto questo, se si vuole consumare del gelato con meno rimorsi di coscienza, consigliamo di optare per gelato alla frutta e soprattutto per un gelato artigianale fatto con ingredienti di qualità.
Gelato e forma fisica
Cerchiamo, quindi, di rispondere alla domanda che ci ha spinto a parlare di gelato e delle sue caratteristiche: fa ingrassare o meno? La risposta sta nella quantità che si consuma. Va da sé che se si acquista una confezione da un chilo e la si mangia tutta in una volta, le calorie incamerate superano l’intero fabbisogno giornaliero. Tuttavia, il gelato, consumato con moderazione e nelle dosi giuste, è un alimento che può essere inserito in diversi regimi alimentari e anche in quelli finalizzati al dimagrimento.
Che si tratti di gelato alla vaniglia o di gelato al pistacchio poco cambia: le creme saranno sempre più caloriche, mentre i gusti realizzati con frutta fresca e di stagione avranno meno calorie e, pertanto, se si è a dieta sono da preferire.
Quello che si consiglia, quindi, come in ogni caso, è di non eccedere per non ingrassare, ma di non bandire questo alimento dalla propria alimentazione.
Gelato e diabete
Sappiamo bene che il diabete è una malattia cronica che porta a un patologico aumento dei livelli di glucosio nel sangue, dato che le funzioni dell’insulina, un ormone secreto dal pancreas, sono alterate. L’insulina serve per il metabolismo degli zuccheri e per il loro utilizzo come fonte di energia e, pertanto, un’alterazione di queste funzioni ha dei danni sull’organismo.
Detto questo, si deve anche sottolineare che il gelato contiene saccarosio, glucosio, fruttosio, che sono zuccheri aggiunti e che si vanno a unire a quelli del latte e della frutta. Ma quindi gelato e diabete possono convivere? Con alcune regole e alcuni accorgimenti, sì.
Il primo è che deve sempre trattarsi di un gelato artigianale di alta qualità e, soprattutto, quest’ultimo deve andare a sostituire la frutta a fine pasto e non si possono consumare le due cose insieme.
Quello che, invece, i soggetti che soffrono di diabete devono evitare è il gelato a merenda o fuori pasto, perché in quel caso lo zucchero aggiunto, oltre a quello contenuto nel latte ed eventualmente nella frutta, potrebbe portare a un innalzamento della glicemia oltre i livelli di guardia.
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