Halibut, calorie e valori nutrizionali
Halibut è il nome in lingua inglese di diverse specie di pesci piatti, chiamati anche ippoglossi, tra i quali, il più conosciuto, è senza dubbio l’halibut dell’Atlantico che vive al largo di Terranova, e si spinge verso sud fino al Massachusetts, nelle acque della Groenlandia, dell’Islanda, delle isole Britanniche e della Scandinavia.
Tra gli halibut anche quello del Pacifico, diffuso nelle acque nordamericane dall’Alaska all’Oregon e al largo dell’isola giapponese di Hokkaido; l’halibut della California; l’halibut della Groenlandia e l’halibut nano, da considerare comunque che i biologi ne hanno riconosciute circa 11 famiglie e 570 specie.
Si tratta nella maggior parte dei casi di specie di dimensioni abbastanza grandi, dalla caratteristica di aver il corpo appiattito, come suggerisce il nome, e dalle abitudini predatorie ma con caratteristiche peculiari diverse, presenti in tutti i mari e persino la vita in acqua dolce è possibile per qualche specie.
L’halibut è il più grande dei pesci piatti, fino a 2 metri e mezzo di lunghezza e un peso di 300 chili.
La particolarità dell’halibut
I pesci piatti iniziano la loro vita come dei normali pesci poi, in una fase successiva, verso i sei mesi di vita, subiscono una vera e propria metamorfosi quando un occhio e la bocca si spostano verso il lato opposto del corpo e l’animale comincia a nuotare appoggiandosi su un lato su cui si posiziona e che diventa la parte superiore. Contemporaneamente iniziano a prediligere i fondali marini come habitat. Sono pesci che possono vivere oltre i 30 anni.
Tra i pesci piatti più conosciuti troviamo oltre all’halibut anche la platessa, la sogliola, il rombo, la limosa.
Calorie e valori nutrizionali dell’halibut
L’halibut è un pesce normalmente apprezzato dalla maggior parte dei palati perché ha un gusto delicato e si può considerare come un pesce sano, molto digeribile, tanto che i pescatori norvegesi, che per primi ne riconobbero le caratteristiche, lo consideravano un dono delle divinità scandinave.
La consistenza di questo pesce è robusta e ricorda quella della carne animale, anche la pelle ha caratteristiche nutrizionali ottime perché ricca di acidi grassi omega-3.
In generale possiamo dire che la carne di halibut è magra, ipocalorica ma ricca di proteine, con zero carboidrati.
Molto probabilmente presenta tutta la gamma di amminoacidi essenziali, tanto da poter definire come di “alto valore biologico” la sua carne.
In molte diete si consiglia la consumazione di halibut 2 volte a settimana, in porzioni da 150 ai 300g (170-340kcal). In media un filetto si aggira sui 204 grammi.
Nel dettaglio ecco la tabella nutrizionale per 100 gr di halibut:
74,5 gr di acqua
20,6 gr di proteine
3,5 gr di lipidi
Potassio 435 mg
Fosforo 236 mg
Sodio 68 mg
Magnesio 23 mg
Calcio 7 mg
100 grammi di carne di halibut conferiscono circa 110 Kcal
Olio di fegato di halibut
L’olio di fegato di halibut è ricco di vitamina D. È risaputo che gli oli di fegato di pesce sono gli unici alimenti a contenere elevate quantità di vitamina D, indispensabile per fissare il calcio nelle ossa ma anche per attivare i fermenti che rendono il calcio solubile e assimilabile.
L’olio di fegato di ippoglosso contiene anche un’alta dose di vitamina A direttamente utilizzabile dall’organismo, diversamente dalla provitamina A di origine vegetale che ha bisogno di essere metabolizzata per essere attivata.
Importante anche il contenuto di vitamina F che rende solubile il colesterolo, regola la permeabilità delle mucose ed è utilissima per far funzionare nel modo migliore il nostro sistema immunitario.
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