Che cos’è la iperplasia prostatica: come si riconosce e come curarla
L’iperplasia o, più correttamente, iperplasia prostatica benigna è l’altro aspetto, quello meno preoccupante, dell’ingrossamento della prostata. Di solito l’iperplasia prostatica non degenera in nessuna forma maligna, ma può comunque causare fastidi. Inoltre non riguarda solo le persone più anziane, ma anche gli uomini più giovani, di trenta, quarant’anni. Riconoscerla è importante, per poterla curare.
Che cos’è la prostata
Partiamo dall’inizio: che cos’è la prostata? È una ghiandola a forma di castagna e fa parte del sistema riproduttivo maschile. La sua funzione è quella di produrre il seme, e il liquido da lei prodotto è fondamentale per la fertilità maschile.
La prostata si trova in corrispondenza, ovvero il collo della vescica ma ha due sezioni, dette lobi, davanti al retto, sotto alla vescica.
Che cos’è l’iperplasia prostatica
L’iperplasia prostatica è una patologia caratterizzata dall’aumento delle dimensioni della ghiandola prostatica. Di solito questa crescita è causata da un aumento del tessuto, di solito causato da uno stimolo degli ormoni steroidei androgeni e degli estrogeni.
Nel corso della propria vita, l’uomo produce testosterone, un ormone maschile e piccole quantità di estrogeni, ovvero di ormoni femminili. Invecchiando, diminuisce la quantità di testosterone nel sangue e aumenta la presenza di estrogeni. Alcuni studi sembrano indicare che l’ipertrofia prostatica benigna sia legata alla maggior proporzione di estrogeni rispetto al testosterone.
L’aumento di volume è dettato da un aumento di cellule, in particolare nella zona di transizione della prostata, vicino all’uretra prostatica. Si tratta di una crescita benigna, cioè di una compressione sui tessuti, senza infiltrarli.
Si tratta di una patologia molto comune, quasi tutti gli uomini ne sono affetti, dai quarant’anni in sù. La prostata crea molta preoccupazione negli uomini, andando avanti con l’età, ma la notizia positiva, in questo caso, è che l’iperplasia prostatica non degenera in tumore prostatico.
L’iperplasia prostatica benigna e il carcinoma prostatico non sono correlati. Possono coesistere, ma l’una non determina l’altra. Si stabiliscono su due zone diverse e distinte della prostata. Il carcinoma di solita in una parte più periferica. Molto più comune è invece l’iperplasia prostatica, che colpisce gran parte degli uomini.
Come si manifesta
I sintomi, quando presenti, si differenziano per tipologia, ovvero urinari di tipo ostruttivo e urinari di tipo irritativo, e anche per fasi. Ovvero, entrambi questi sintomi possono essere presenti, in fasi alterne della patologia, come potremo vedere in seguito.
I sintomi ostruttivi riguardano la difficoltà di iniziare la minzione, l’intermittenza nell’emissione del flusso, l’incompleto svuotamento della vescica, il flusso urinario debole e lo sforzo nella minzione. Quelli irritativi invece sono: frequenza nell’urinare, soprattutto durante le ore notturne e il bruciore intenso durante la minzione.
L’iperplasia prostatica può rimanere silenziosa e asintomatica, per tantissimo tempo, per poi manifestarsi tutta in una volta, con i suoi sintomi più comuni: difficoltà nell’urinare, che può a seconda dei casi, diminuire drasticamente oppure aumentare a dismisura.
Molti degli uomini affetti da questa patologia hanno stimoli impellenti, soprattutto durante la notte, in una prima fase. In una seconda fase invece la minzione si riduce, e diventa sempre più difficoltoso svuotare la vescica.
Quali sono le cause
Si tratta di una patologia legata all’invecchiamento, anche se in alcuni soggetti si manifesta già a partire dai quarant’anni. Non tutte le persone però soffrono di iperplasia prostatica hanno fastidi. Infatti, esistono tantissime persone che non se ne accorgono nemmeno, se non durante esami di controllo, perché è totalmente asintomatica. L’ereditarietà potrebbe essere una delle possibile cause, mentre non sono stati riscontrati componenti di tipo ambientale, nella comparsa di questa malattia.
L’importanza della prevenzione
Nel caso dell’iperplasia prostatica è molto importante la prevenzione. Se un’ostruzione si trova in fase avanzata bisogna necessariamente ricorrere alla chirurgia, attraverso l’uso di un laser che vaporizza il tessuto in eccesso. L’iperplasia prostatica può infatti essere progressiva, se non viene curata.
Il modo per diagnosticarla è attraverso un’esplorazione rettale, eseguita da un urologo. Con la palpazione della prostata, attraverso il retto, il medico può individuare un ingrossamento della ghiandola. Successivamente, tramite un’ecografia sovrapubica e transrettale, può valutare l’effettivo volume della prostata.
Complicazioni
Cosa succede se l’iperplasia degenera, senza essere curata? Innanzitutto l’incompleto svuotamento della vescica può favorire l’accumulo di batteri, al suo interno. Questo aumenta i rischi di prostatiti e pielonefriti, oltre a calcoli dovuti alla presenza, all’interno della vescica di residui dell’urina.
A lungo andare, questa complicazione, può diventare una patologia renale, chiamata uropatia ostruttiva.
Come si cura
Di solito con la somministrazione di alfabloccanti si avvertono miglioramenti significativi, infatti rilassano i muscoli della prostata e del collo vescicale, aumentando la portata urinaria. Inoltre comportano una riduzione del volume della prostata.
Alternativa è l’intervento chirurgico, nel quale si taglia il tessuto in eccesso. Altrimenti, per chi ha un problema di dimensioni ridotte, è consigliata la resezione transuterale dell’adenoma prostatico. Ovvero la resezione di parte della prostata attraverso l’uretra. Si tratta di un intervento poco invasivo, ma che può essere effettuato solo su prostate fino a un certo volume.
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