Nobile ottuplice sentiero nel buddhismo
Quando si parla di Nobile ottuplice sentiero ci si riferisce all’ultima delle Quattro nobili verità del buddhismo, la quale rappresenta il primo sermone del Buddha Shakyamuni che aveva come obiettivo quello di aiutare tutti i suoi discepoli a liberarsi per sempre dalla sofferenza. Il Nobile ottuplice sentiero è stato suddiviso in quattro modelli di interpretazione da William Chu e abbiamo deciso di spiegarveli nel dettaglio, in modo da fare un po’ di chiarezza su questa dottrina particolarmente interessante.
Nobile ottuplice sentiero: il primo modello
In questa circostanza avremo a che fare con lo sviluppo degli “Otto sentieri” attraverso un sistema olistico, cercando quindi perfezionarsi in maniera equilibrata. Tale stratagemma sta a significare che non serve avere munirsi di un ordine basato sulle sequenze di sentieri, ma di un’indicazione dell percorso in questione rivolta a tutte le sfaccettature di tutte le attività quotidiane, quindi non solo quelle fisiche, ma anche quelle mentali, verbali e spirituali.
Nobile ottuplice sentiero: il secondo modello
In questa occasione avremo a che fare con una sorta di spirale legata al perfezionamento e ogni passo mira all’elevamento di quello successivo, il quale spinge quello che lo precede. Ci troviamo di fronte a diversi tipi di perfezionamento e il primo verte nei confronti della moralità e riguarda molteplici fattori, quali: retta parola, retta azione e retta sussistenza.
Nel caso della retta parola, ci si riferisce all’assunzione di responsabilità nei confronti delle parole, cercando quindi di concentrare la nostra attenzione nella scelta e cercando di sfruttarle in maniera adeguata in modo che non possano nuocere sugli altri. Di conseguenza, le nostre azioni devono essere mirate anche al nostro modo di parlare.
Nel caso della retta azione, ci si riferisce all’azione non motivata della ricerca di vantaggi che potrebbero essere visti come egoistici, mentre nel caso della retta sussistenza si cerca di vivere in maniera equilibrata evitando tutto ciò che è superfluo. Tale affermazione verte nei confronti dello sfruttamento corretto delle proprie intenzioni.
Il secondo tipo di perfezionamento riguarda la meditazione e viene suddiviso in retto sforzo, retta presenza mentale e retta concentrazione. Nel retto sforzo dovremo lasciare andare gli stati che non fanno bene e accettare quelli benefici, confidando nella bontà del buddhismo perseverando con un equilibrato sforzo dettato dalla fede: solo in questo modo potremo raggiungere un’eccellente realizzazione dal punto di vista spirituale.
Nel caso della retta presenza mentale, ci troviamo di fronte alla possibilità di tenere la nostra mente lontana dalla confusione e quindi da ogni possibile influenza negativa; la retta concentrazione verte invece nei confronti di un adeguato atteggiamento interiore, che possa aiutarci a raggiungere la perfetta padronanza di noi stessi durante le varie pratiche di meditazione.
Il terzo tipo di perfezionamento è legato alla saggezza e viene ripartito in retta visione e retta intenzione. Con retta visione ci riferiamo al riconoscimento delle Quattro nobili verità tramite una mirata conoscenza, mentre con retta intenzione ci riferiamo all’adeguato comportamento tenuto durante la retta visione in merito alla compassione per tutti gli esseri viventi.
Nobile ottuplice sentiero: il terzo modello
Questo modello si pone lo scopo di portare il discepolo oltre gli sforzi impiegati per poter raggiungere l’illuminazione.
Nobile ottuplice sentiero: il quarto modello
In questo caso ci riferiamo a una sequenza regola di miglioramenti a seconda di differenti fasi spirituali. Dopo aver superato la fase del percorso spirituale, la pratica viene abbondonata. L’obiettivo di questo ultimo modello è quello di liberare l’individuo.
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