Scintigrafia: un esame per rilevare i tumori
La scintigrafia è un esame diagnostico usato soprattutto nella rilevazione delle metastasi nel corpo. Quali sono le caratteristiche di questo utile esame?
Scintigrafia ossea: cos’è
La scintigrafia si basa su una diagnosi per immagini, che rileva le radiazioni emesse dall’organismo, dopo l’iniezione in vena di farmaci radioattivi.
Nello specifico, al paziente sono somministrati isotopi radioattivi associati ad altri farmaci che, quando somministrati, si distribuiscono negli organi interessati, emettendo radiazioni. Questi segnali sono trasmessi ad un calcolatore che riesce ad indagare sede, dimensione e funzionalità di alcuni organi come la tiroide, il cuore, le ossa e i polmoni. La scintigrafia è uno degli esami più utilizzati per riscontrare la presenza di tumori nell’organismo.
Un tipo di scintigrafia molto diffusa è quella ossea, che serve ad individuare la presenza di metastasi allo scheletro.
Come prepararsi all’esame?
Di solito non è necessaria una preparazione specifica del paziente per la scintigrafia, anche se, a discrezione del medico, possono essere necessari periodi di digiuno o la sospensione di alcuni farmaci. Bisogna quindi seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dal personale sanitario alla prenotazione. Si consiglia di solito una buona idratazione, per favori una rapida eliminazione dei farmaci radioattivi e un migliore effetto di contrasto. Di solito quindi, dopo la somministrazione del radio farmaco, eseguita circa tre ore prima dell’esame vero e proprio, al paziente è richiesto di bere molta acqua. Il tempo di attesa tra assunzione ed esame, in realtà, dipende dall’organo da indagare, perché ad esempio la scintigrafia tiroidea prevede un’attesa di massimo 60 minuti.
Il farmaco viene quasi sempre somministrato tramite endovena e solo raramente per via orale, come compressa.
Prima della scintigrafia, il paziente deve togliere qualsiasi oggetto metallico come orecchini, anelli o spille, che possa compromettere la rilevazione delle radiazioni.
Dopo l’attesa, il paziente si sdraia o si siede su un lettino fisso mentre le parti di un apparecchio ruotano intorno a lui. Il macchinario è aperto per cui non ci sono rischi per chi soffre di claustrofobia.
La durata vera e propria dell’esame, se si escludono i tempi di attesa, è relativamente breve e raggiunge massimo i 30 minuti.
Dopo l’esame, il paziente può riprendere le sue attività abituali, senza particolari cautele. Non è necessario quindi farsi accompagnare perché il paziente, dopo la scintigrafia, può tranquillamente mettersi alla guida. A scopo precauzionale, nelle ore posteriori all’esame, il paziente dovrebbe evitare il contatto con neonati o donne in gravidanza e, se usa il bagno, far scendere abbondantemente l’acqua, dopo aver utilizzato il WC.
Controindicazioni della scintigrafia
La scintigrafia è un esame talmente sicuro da poter essere effettuato anche sui bambini, dato che la quantità di farmaco iniettata è proporzionale al peso corporeo del paziente. Anche se le concentrazioni di isotopi radioattivi sono molto basse, in vai cautelativa, la scintigrafia non è praticata in gravidanza, anzi, deve essere effettuata entro i dieci giorni successivi all’inizio dell’ultimo ciclo mestruale, per escludere qualsiasi rischio di gravidanza.
Anche in allattamento al scintigrafia è di solito sconsigliata perché le sostanze radioattive possono essere trasmesse attraverso il latte materno. La decisione è tuttavia in questo caso a discrezione del medico che, in base all’urgenza della diagnosi, potrebbe anche prescrivere un’interruzione dell’allattamento.
Gli esami scintigrafici possono anche essere ripetuti nel tempo, per verificare il decorso di una malattia e non devono essere confusi con le indagini a mezzo di contrasto che, a differenza della scintigrafia, possono comportare reazioni allergiche.
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