Le caratteristiche del tessuto connettivo: cos’è e a cosa serve?
Il tessuto connettivo è considerato un vero e proprio tessuto di supporto agli altri perché fornisce a questi sostegno metabolico e strutturale.
L’origine del tessuto connettivo
Questo particolare tessuto origina nel mesenchima, a sua volta frutto del foglietto embrionale intermedio (il mesoderma che caratterizza il feto). Le cellule di questa tipologia hanno forma irregolare, che di solito si presenta come allungata. Inoltre, si caratterizzano per essere ramificate e per la posizione compresa in sostanza intercellulare amorfa.
Cosa vuol dire? Che si tratta di una sostanza del tutto priva di fibre. Queste cellule, tra le diverse caratteristiche, vantano anche l’essere pluripotenti. Riescono, proprio grazie a questa capacità, a differenziarsi a seconda del diverso tessuto di cellule connettivali e fibrocellule muscolari in cui vanno a comporsi. Si pensi che le sole cellule connettivali si suddividono in: fibroblasti, osteoblasti, adipociti, condroblasti, globuli bianchi e macrofagi.
Come è composto il tessuto connettivo
Il tessuto connettivo, ne deriva, è dunque composto da cellule e matrice extracellulare tra di loro interposte. È proprio la natura di quest’ultima a determinare la tipologia e le caratteristiche delle diverse tipologie di tessuto connettivo. Abbiamo già visto che ne esistono di diverse tipologie e ognuna di loro si caratterizza per alcune specificità.
Ad esempio? Il sangue e la linfa presentano matrice extracellulare fluida, adatta al trasporto di cellule connettivali di natura differente tra loro, come i leucociti o gli eritrociti. Il tessuto osseo, invece, presenta matrice extracellulare calcificata. È grazie a questa caratteristica che riesce a realizzare strutture particolarmente resistenti. Riassumendo, il tessuto connettivo si differenzia principalmente per due fattori: la natura della matrice extracellulare (o sostanza intercellulare) che lo compone e le cellule che lo strutturano.
La matrice extracellulare (MEC)
Un ruolo determinante viene, quindi, svolto dalla matrice extracellulare, nota anche come sostanza intracellulare o MEC. Ma di cosa parliamo nello specifico? Di un elemento composto da fibre proteiche insolubili – come collagene, elastiche e reticolari – e da una sostanza fondamentale colloidale, a sua volta composta da proteoglicani. Si tratta, nello specifico, di complessi solubili di carboidrati, glicoproteine, proteoglicani, glucosamminoglicani e proteine. I fattori che vanno a incidere su morfologia e consistenza di questa materia sono davvero numerosi, a partire dall’età del soggetto, delle tipicità della specie vivente a cui si fa riferimento e della tipologia di tessuto connettivo presa in esame. Inoltre, è interessante evidenziare come questi elementi siano soggetti a trasformazioni legate anche a fattori ambientali.
Le fibre proteiche, in particolare, sono capaci di adattarsi e strutturarsi in funzione delle specifiche necessità di carattere ambientale e funzionale. A seconda delle necessità, quindi, aumenta o diminuisce il livello di viscosità della sostanza intercellulare, consentendo all’essere vivente di rispondere adeguatamente agli stimoli esterni. La maggiore concentrazione di matrice extracellulare – che è bene ripetere è presente sempre in tutti i tessuti connettivi – si registra nell’umor vitreo oculare e nel liquido sinoviale.
Tessuto connettivo: le tipologie
Il tessuto connettivo si suddivide in tessuto connettivo propriamente detto (a sua volta articolato in lasso, fibroso ed elastico), tessuto connettivo di sostegno (cartilagineo o scheletrico), tessuto connettivo fluido (plasma e linfa), tessuto connettivo adiposo. Il primo, come visto si articola in lasso (composto soprattutto da collagene e adibito principalmente a proteggere gli organi e a separarli da quelli vicini), fibroso (composto da collagene, elastina e fibrina, quindi più denso, resistente ed elastico.
Svolge il ruolo di collegamento tra ossa e muscolatura), elastico (composto soprattutto da elastina, è alla base dei legamenti). Il tessuto connettivo di sostegno di tipo cartilagineo, invece, è composto da matrice semisolida, viscosa ma elastica. Risponde a funzioni diverse: dal sostegno al riempimento, fino al ruolo di cuscinetto e a quello di elemento capace di rendere elastiche alcune parti del corpo, come il padiglione auricolare.
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