Vasosuprina: a cosa serve e quali sono le controindicazioni
La Vasosuprina per tantissimo tempo veniva consigliato dai ginecologi per rilassare i muscoli dell’utero e scongiurare la minaccia di parto prima della scadenza del termine. Ma andiamo a vedere meglio di cosa si tratta, a cosa serve e quali sono le controindicazioni.
Che cos’è Vasosuprina
La Vasosuprina è un farmaco che appartiene alla categoria dei farmaci beta-mimetici. Il principio attivo di questi farmaci è l’isossisuprina cloridrato, ovvero un miorilassante uterino. Serve per scongiurare il pericolo che il parto avvenga prima della scadenza del termine. Infatti la Vasosuprina è in gradi di stimolare l’attività dei recettori beta di tipo 1, presenti nel cuore e nei reni, e di tipo 2, situati invece nell’apparato respiratorio, gastrointestinale e nella muscolatura uterina e scheletrica.
La Vasosuprina per tantissimi anni è stata utilizzata nella terapia del travaglio pretermine.
Cosa contiene Vasosuprina
Vasosuprina contiene isossisuprina cloridrato, che è il suo principio attivo, e poi idrossipropilmetilcellulosa, lattosio, caolino, acido stearico e talco.
A cosa serve Vasosuprina
La Vasosuprina è un medicinale che ha l’obiettivo di rilassare i muscoli dell’utero. Solitamente viene assunto da tutte quelle donne che minacciano un parto pretermine o di aborto.
Nel primo caso l’infusione avviene per via venosa continua fino all’arresto delle contrazioni, poi viene somministrata per via intramuscolare, per il mantenimento, fino al momento del parto.
Nel caso in cui si minacci un aborto, le compresse retard vanno assunte per una o tre volte al giorno, in base alle indicazioni.
Invece in caso di profilassi dell’aborto, le basticche vanno assunte una o due volte al giorno, a partire dal secondo mese di gravidanza, per non più di uno, due mesi.
Come si assume Vasosuprina
Vasosuprina si può trovare sia in compresse a rilascio modificato che in soluzione iniettabile. Per le confezioni di pasticche da assumere per via orale, solitamente il dosaggio è di una pasticca al giorno, per due settimane.
Però, considerati gli effetti collaterali, che approfondiremo tra poco, vengono utilizzati altri farmaci con uguale successo per il raggiungimento dello scopo. Solitamente questi sono gli antagonisti competitivi dei recettori dell’ossitocina, i calcio antagonisti e glli inibitori delle prostaglandine.
Vasosuprina è stato infine ritirato dal mercato.
Effetti collaterali Vasosuprina
Per anni la Vasosuprina è stata utilizzata per evitare parti pretermine, ma a causa dei suoi effetti collaterali viene utilizzata sempre meno per questo scopo. Tra gli effetti collaterali più spiacevoli troviamo la tachicardia, il rossore e le vampate di calore al viso, la stipsi, l’ipotensione e l’aumento della glicogenolisi. Si registrano anche casi, più rari, di vertigini, ipotensione arteriosa, nausea e vomito. Vasosuprina non ha invece effetti collaterali sul feto, a meno che il prolungamento della gravidanza non sia pericoloso per lui e per la madre.
A volte Vasosuprina può causare un’eruzione cutanea grave. In uno qualunque di questi casi, è consigliato avvertire immediatamente il medico o il farmacista.
Quando è sconsigliato
Vasosuprina è sconsigliato in caso di ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualunque degli altri eccipienti. Inoltre, viene sconsigliata anche in caso di emorragia arteriosa in atto, in caso di emorragia cerebrale o nell’immediato periodo post-partum. Ma non solo, anche se si soffre di cardiopatia, ritmo cardiaco irregolare o angina. Sconsigliata anche durante l’allattamento.
L’utilizzo di Vasosuprina è inoltre sconsigliato prima della ventesima settimana di gravidanza, e nei casi in cui il prolungamento della gravidanza possa essere pericoloso per la madre e il feto.
Inoltre, il suo effetto è pressoché nullo quando le membrane sono rotte e la dilatazione cervicale è superiore ai 4 centimetri.
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