
Macchie bianche sulla pelle: può trattarsi di vitiligine
La vitiligine o leucodermia è una malattia cronica della pelle, caratterizzata dalla comparsa sulla pelle, ma anche mucose e peli, di macchie bianco latte. Interessa all’incirca l’1% della popolazione mondiale. Si manifesta solitamente intorno ai 25 anni di età, ma può comparire anche da bambini.
Come si presenta la vitiligine
L’assenza della pigmentazione dipende dall’incapacità dei melanociti presenti in quella zona di produrre melanina, il pigmento responsabile del colore della pelle, e in tal caso si parla di chiazze acromiche, oppure da un ridotto numero di melanociti, nel qual caso si parla di chiazze ipocromiche.
Queste chiazze più chiare possono presentarsi in tutto il corpo, ma più frequentemente si ritrovano sulle mani, piedi, braccia, viso e labbra. Altre zone spesso interessate sono le ascelle e l’inguine, il contorno della bocca, gli occhi, le narici, l’ombelico, i genitali e il retto.
Sulla base della zona colpita, si distinguono:
- Forma generalizzata: è il tipo più frequente, nella quale la depigmentazione interessa entrambi i lati del corpo, simmetricamente. Di questa forma ricordiamo la vitiligine acrofaciale e quella universale.
- Forma focale: nella quale la depigmentazione è circoscritta a una zona o poco più
- Forma segmentale: nella quale le chiazze depigmentate interessano un solo lato del corpo
Queste zone chiazzate in realtà non differenziano dal resto dell’epidermide nella sua struttura, ma soltanto nell’assenza di pigmento. Nelle persone con pelle chiara solitamente è poco visibile, anche se in estate con l’arrivo dell’abbronzatura, possono diventare più evidenti. Rispetto alle altre forme di ipomelanosi infatti nella vitiligine le chiazze hanno dei margini molto netti. Naturalmente trattandosi di una zona senza pigmento, sarà necessario non esporla al sole per evitare eritemi solari e scottature. Se colpisce zone ben esposte come viso, collo e mani possono creare dei risvolti psicologici non indifferenti.
Quali sono le cause della vitiligine
Le cause proprie della comparsa di vitiligine non sono note con certezza. Allo stato attuale, sono due le teorie maggiormente accreditate: la teoria autoimmune e quella da stress ossidativo.
La possibile causa autoimmunitaria della vitiligine è avvalorata dal riscontro, in circa il 20% dei pazienti, di altre patologie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto, la psoriasi, la celiachia, il diabete mellito di tipo I, l’artrite reumatoide e la sclerodermia. Si ritiene anche che tale insorgenza sia determinata da una predisposizione genetica trasmessa dalla propria famiglia, dato che i familiari di chi soffre di vitiligine ha una percentuale decisamente più alta rispetto agli altri di contrarre la patologia (+6%).
Secondo la teoria dello stress ossidativo invece, si ritiene che esista un difetto nella produzione o nella funzionalità dell’enzima tirosinasi, che separa il perossido di idrogeno (la comune acqua ossigenata) in acqua e idrogeno. Il perossido di idrogeno viene prodotto normalmente dal metabolismo del nostro organismo e provoca una ossidazione precoce dell’ossigeno, interferendo con la produzione di melanina e di altri enzimi che normalmente riparano le proteine danneggiate. Per questo spesso si riscontrano anche altre turbe metaboliche o endocrine.
Come si può curare la vitiligine?
Non esiste una cura risolutiva per la vitiligine. A volte si tenta un approccio farmacologico basato sulla somministrazione di farmaci immunosoppressori o steroidei, ma risulta poco utile in caso di localizzazione a livello delle mani e dei piedi, che risultano più resistenti, così come nel caso di chiazze che contengono peli bianchi.
Con la PUVA terapia o la fototerapia a banda stretta, si può cercare anche di ottenere una repigmentazione mediante una esposizione costante ai raggi UVA e UVB, utilizzando delle semplici lampade solari, ma i risultati sono molto variabili caso per caso.
Alcuni prediligono metodi più naturali, come una semplice elioterapia, cioè l’esposizione leggera e graduale ai raggi solari diretti, oppure l’adozione di una dieta alimentare equilibrata ma che ponga attenzione all’assunzione di acidi grassi Omega 3, frutta e verdura colorata (barbabietole, spinaci, carote) e all’eliminazione di cibi acidi e ortaggi che causano infiammazione (pomodori, patate etc) che sono state talora messe in relazione con la vitiligine.
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