Abbronzarsi con l’uso delle lampade solari
L’abbronzatura estiva è sempre molto apprezzata! Il colorito più uniforme ci dà un senso di benessere e una estetica migliore! E molti non vogliono rinunciarci nemmeno in inverno, quando il sole è difficile prenderlo, ed ecco che si sottopongono all’abbronzatura artificiale prodotta dalle lampade solari? Ma è davvero un bene?
I diversi tipi di lampade solari artificiali
Le lampade solari sono nate intorno agli anni 60 negli Stati Uniti, e si sono diffuse un po’ ovunque. Le prime lampade abbronzanti artificiali erano basate sull’uso di raggi UVB (quelli tipici del sole) e vendute come sicure per uso domestico. Nel tempo è stato verificato come fossero invece poco sicure, e sono state sostituite da lampade sempre più complesse, a raggi UVA ad alta pressione (che hanno meno effetto abbronzante ma più sicurezza) e costruite con filtri appositi per limitare al massimo i danni.
Ad oggi è possibile usufruire di 3 maxi-tipologie di lampade abbronzanti artificiali:
- La lampada facciale: specifica per il viso, con tre angolazioni (trifacciale) o 6 (esafacciale).Vengono utilizzate prevalentemente in inverno, quando è sufficiente mantenere l’abbronzatura solo al viso, che è la parte del corpo che resta sempre scoperta. Talora può essere integrata anche da abbronzamani per evitare un distacco di colore che salterebbe subito all’occhio.
- La doccia solare: utilizzata per tutto il corpo, è più veloce e igienica dei classici lettini solari. Può essere ad alta o a bassa pressione.
- Il lettino solare: la tipologia più classica dei solarium, e che prevede tempi di esposizione più lunghi rispetto alla doccia solare. Anche in questo caso ne esistono a bassa od alta pressione.
La differenza tra le lampade abbronzanti ad alta pressione e a bassa pressione
Le due tipologie di macchinari, che si ritrovano nelle docce solari o nei lettini solari, si differenziano in base all’emissione dei raggi UVA e UVB.
Le lampade solari a bassa pressione, contengono al loro interno dei neon piuttosto lunghi, anche 2 metri. Essi emettono dei raggi composti per il 98% da raggi UVA e per il restante 2% da raggi UVB.
Le lampade solari ad alta pressione invece, utilizzano bulbi montati dentro ad una parabola riflettente. Tale tipologia di emissione solare fa sì che la quantità di raggi UVB emessa sia decisamente più bassa rispetto alle lampade solari a bassa pressione.
La diversa composizione di raggi solari determina ovviamente una risposta diversa della pelle. I raggi UVB sono gli stessi prodotti dal sole, e determinano lo stesso tipo di abbronzatura uniforme e duratura. Per lo stesso motivo però sono anche i più pericolosi, perché tendono ad arrossare maggiormente la pelle provocando scottature ed eritema cutaneo, e nel lungo termine anche la comparsa di tumori della pelle (melanomi o altro tipo), e possono lasciare delle macchie.
I raggi UVA invece sono decisamente più leggeri degli UVB e quindi più sicure. Per contro donano un’abbronzatura molto più leggera e pertanto si tende ad abusare dell’esposizione ad esse, e come effetto finale aumenta comunque il rischio di insorgenza di tumori cutanei, specie a lungo termine.
I pericoli immediati e a lungo termine delle lampade solari
Sebbene le moderne attrezzature siano tutte dotate di filtri specifici di protezione, le lampade solari vengono ritenute ufficialmente pericolose. Nel 2009 l’OMS – Organizzazione mondiale della sanità le ha dichiarate cancerogene, al pari del fumo, dell’amianto e dell’arsenico.
Diversi sono gli studi effettuati che hanno dimostrato come il loro utilizzo, a lungo andare, incida sull’insorgenza dei tumori della pelle: è stato calcolato che il rischio di melanomi si aggiri tra il 3 e il 9%, e quello di altri tumori della pelle (basaliomi) possa arrivare al 22%. Questo sia per l’azione diretta e prolungata dei raggi, sia perché nel lungo tempo si determina una alterazione vera e propria nel DNA cellulare.
In Italia dal 2011 sono stati vietati ai minori, alle donne in gravidanza, e a soggetti che soffrano di patologie varie (diabete, malattie immunitarie etc.)
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