Yama e Niyama: i primi due gradini dello Yoga
Lo yoga è una disciplina meditativa di origine orientale, e precisamente induista, ma ormai molto diffusa anche in occidente.
Yoga: diffidate dalle imitazioni
Con il nome Yoga si indicano le pratiche di tipo ascetiche e meditative originarie dell’India, avente lo scopo della realizzazione di sé e della salvezza spirituale. Attraverso le sue pratiche l’essere umano mira a staccarsi consapevolmente dai vizi terreni per accedere ad un livello spirituale maggiore, coincidente dal divino. Questo porta all’interruzione della catena della reincarnazione, nella quale l’induismo crede, e alla completa salvezza spirituale.
Sebbene in occidente sia conosciuto come un insieme di esercizi posturali e di respirazioni mirati alla distensione e alla rilassatezza, la pratica dello Yoga è una vera e propria credenza spirituale, con dettami precisi sui nostri comportamenti, sia in relazione agli altri sia verso se stessi.
Tra l’800 e il 300 a.C., un saggio di nome Patanjali, ha messo in ordine le varie pratiche dello Yoga, codificandole in quello che oggi conosciamo come Astanga Yoga o “le otto braccia dello Yoga”. Tali dettami sono stati tramandati alla lettera oralmente, da ogni maestro ai suoi discepoli, sotto forma di 196 sutra, o aforismi, corrispondenti in pratica ai comandamenti delle altre discipline religiose.
Seguendo questo percorso il praticante dello yoga potrà ottenere l’illuminazione.
Le otto braccia dello Yoga
Le otto braccia dello Yoga rappresentano gli otto stadi di maturazione spirituale che un praticante di yoga deve attraversare per ottenere l’illuminazione. Essi sono:
- Yama: i comportamenti da non adottare nelle relazioni con gli altri
- Niyama: i comportamenti da adottare verso noi stessi
- Asana: le posizioni meditative da praticare
- Pranayama: le tecniche di respirazione
- Dharana: le tecniche di concentrazione
- Dhyana: le tecniche di meditazione
- Samadhi: il raggiungimento dell’estasi divina
Alcuni di essi possono compenetrarsi tra loro, come l’Asana e il Pranayama etc. Nel loro complesso permetteranno un graduale cambiamento nella persona tale da liberarsi dai comportamenti nocivi, dai vizi terreni e raggiungere uno stadio spirituale più elevato.
Il primo gradino: lo Yama e i 5 no
Gli Yama sono costituiti da 5 regole etiche e morali, praticamente universali, che vietano l’assunzione di comportamenti o atteggiamenti dannosi e distruttive nelle relazioni con gli altri. Il termine fa riferimento ad una figura mitologica, lo Yama, che è il giudice dei morti. Nel contesto Yoga va inteso come “trattenitore”, indica quindi l’astinenza applicata ai pensieri, alle parole e ai comportamenti considerati dannosi.
Essi sono:
- ASHIMSA: l’astensione dal fare violenza. E’ un atteggiamento corretto etico sociale, verso tutte le creature viventi
- SATYA: l’astensione dalla menzogna, nel senso più ampio. Quindi anche l’astensione da qualunque forma di esagerazione, equivoco o illusione
- ASTEYA: l’astensione dal furto, o dal desiderio di appropriarsi indebitamente di cose che non ci appartengono
- BRAHMACHARYA: l’astinenza dall’attività sessuale, per trasformare l’energia sessuale in energia mentale
- APARIGRAHA: assenza di possessività, soprattutto di beni materiali di cui non abbiamo realmente bisogno. Le cose più comuni che possiamo avere ogni giorno, ci offrono tutto quello che occorre per vivere una vita in armonia con la legge universale.
Il secondo gradino: il Niyama e i 5 si
Diversamente dallo Yama, il Niyama è costituito da dettami di tipo disciplinare e costruttivo, che il praticante dello Yoga deve seguire sempre per organizzare la sua vita. I cinque dettami del Niyama sono:
- SAUCHA: le pratiche per la purificazione del corpo fisico, vitale, mentale, intellettuale e causale
- SANTOSHA: la pratica dell’accontentarsi di ciò che si ha e rinunciare all’attaccamento alle cose
- TAPAS: la pratica dell’austerità, mediante l’adozione di pratiche con il fine ultimo di sviluppare una ferrea volontà
- SVADHYAYA: la pratica dello studio e conoscenza di sé e delle scritture dello Yoga
- ISHVARA PRANIDHANA: la pratica dell’abbandono alla volontà divina, la liberazione dall’ego e il riconoscimento di un io assoluto.
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