Allenamento arrampicata: ecco cosa devi sapere
Prima di allenarsi per l’arrampicata, è necessario che siano chiari gli obiettivi che si vogliono raggiungere e i punti di forza e di debolezza che si hanno. Conoscere i propri punti di forza ci aiuterà a scegliere gli esercizi più adatti alle nostre esigenze, per strutturare l’allenamento al meglio.
Un programma di allenamento intenso può essere eseguito solo dopo aver superato una visita medica sportiva e deve essere prescritto da una figura professionale in possesso di un adeguato titolo di studio.
L’arrampicata è uno sport che può rivelarsi pericoloso e può portare danni per il sistema dei muscoli e delle articolazioni. Qualsiasi consiglio deve essere quindi adottato solo dopo un necessario consulto con il proprio allenatore.
Alcuni consigli per chi inizia un allenamento di arrampicata
La cosa da non dimenticare nell’allenamento è che questo è un mezzo e non un fine e che l’allenamento in palestra è solo un modo per aumentare il proprio potenziale. La falesia ci servirà invece a sperimentare il nostro potenziale.
Bisogna cominciare per gradi, senza esagerare, perché soprattutto le dita all’inizio non riusciranno a sopportare un allenamento troppo sostenuto. I risultati si otterranno con il tempo, poiché nel tempo le strutture di tendini, legamenti e cartilagini si modificheranno e sopporteranno meglio i carichi. Per questo servirà molto più tempo di quello che ci impiega normalmente un muscolo a sprigionare forza. L’allenamento deve essere costante nel tempo e non essere mai interrotto, per fare la differenza. Chi mira alle gare deve iniziare ad allenarsi in tenera età, intorno ai 9-10 anni perché in questa età l’organismo è più elastico ed in grado di modellarsi, da un punto di vista biologico, fisiologico e tecnico.
La posizione a triangolo, un modo per risparmiare energie nell’arrampicata
Per avere successo nell’arrampicata, l’elemento da cui si deve partire è l’economia della salita. Bisogna infatti muoversi in modo economico, ovvero riuscire a bilanciare il proprio corpo, risparmiando la forza delle braccia e facendo leva soprattutto sugli appoggi dei piedi, per gravare meno sugli arti superiori.
La tecnica è importante soprattutto nei momenti di maggiore dispendio di energie, quando lo scalatore ha di fronte una parete e tre appoggi, due con i piedi e uno con la mano. La posizione che permette di risparmiare più energie è quella a triangolo, in cui il vertice è costituito dalla mano e la base dai piedi e in cui il corpo non è soggetto a forza di rotazione ed è stabile: in ogni spostamento, la mano con cui lo scalatore è attaccato, deve essere sempre tra i due piedi, creando una sorta di triangolo; se invece la mano esce dalla base dei piedi, il corpo è costretto a ruotare e a subire un maggiore dispendio di energie.
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