Altea, la pianta dai benefici molteplici: cos’è e a cosa serve
L’altea comune o Althaea officinalis è un’erba perenne della famiglia delle Malvaceae. È diffusa in gran parte del territorio europeo, predilige luoghi umidi e paludosi, si può trovare infatti lungo fossi, canali, argini ai margini dei centri abitati di campagna.
Il suo nome già ci indica come le sue proprietà fossero conosciute fin dall’antichità, il nome altea infatti deriva dal greco “althain” che significa “curare”, inoltre era una pianta considerata anche un cibo prelibato.
Era diffusa per tutto il Medio Evo nei monasteri soprattutto, dove veniva sfruttata per le sue proprietà lenitive ed emollienti, per curare piaghe tumefatte e infette. Era conosciuta e usata per curare febbri, tosse, raffreddori, congestioni delle vie respiratorie e mal di testa. Addirittura si utilizzava la polvere delle radici per farne caramelle adatte al mal di gola e alla tosse.
Proprietà dell’altea
In campo officinale, dell’altea si utilizzano foglie, fiori e radici.
L’altea è una pianta che è conosciuta per diverse proprietà, principalmente quelle emollienti, idratanti ed antinfiammatorie.
Viene spesso usata nel trattamento di irritazioni della mucosa orofaringea e della mucosa gastrica, di diversi tessuti molli. Quest’azione è principalmente dovuta alla presenza di amido, pectine, zuccheri, grassi e tannini ma soprattutto mucillagini della pianta che formano sulla pelle uno strato protettivo, come una pellicola che idrata anche le pelli sensibili in modo costante, le disinfiamma e contribuisce alla guarigione di piaghe e scottature anche infette.
È stato scoperto anche che l’estratto di altea offre un’attività antibatterica spiccata verso i ceppi di batteri Gram-positivi.
L’altea è utilizzata spesso anche nei casi di bronchiti dove favorisce l’espettorazione e attua un’azione sedativa della tosse, combinando un’azione antisettica con una decongestionante.
Gli estratti della pianta risultano anche utili nella risoluzione di foruncolosi, glossiti, gengiviti, faringiti, stomatiti, ascessi, esofagiti, gastriti, coliti infiammatorie e spastiche.
La polvere della radice di altea può essere utilizzata come macerato a freddo, e anche come veicolo per oli essenziali.
Per il sistema digerente l’altea è usata anche in presenza di sindrome del colon irritabile o di virus che possono causare enteriti o coliche, oppure in situazioni più temporanee di diarrea o stitichezza; utile anche in presenza di lesioni della mucosa gastrica o duodenale, calmando anche i dolori, o in caso di infiammazioni della vescica e dei reni dovute a calcoli o cistite.
L’altea può essere usata anche in campo veterinario per coadiuvare lo sforzo medico in caso di insufficienza renale di cani o gatti.
In medicina omeopatica potete trovarla in preparati sotto forma di granuli, gocce orali e tintura madre.
Uso dell’altea come decotto o infuso
L’altea può essere usata come preparato per gargarismi con un decotto: si fa bollire per 10 minuti un cucchiaio di radici in un litro di acqua e poi si fanno gargarismi più volte al giorno. Oppure come tisana da lasciare in infusione per circa 10 minuti, da bere dopo filtraggio. Ideale per mal di gola o problemi di infiammazione alle alte vie respiratorie o infezioni alla bocca, ottimo anche per il trattamento della raucedine.
Controindicazioni ed interazioni dell’altea
La mucillagine di questa pianta ha evidenziato forte attività ipoglicemica, quindi è controindicata ai soggetti in trattamento con insulina o ipoglicemizzanti orali perché può ridurre ulteriormente i livelli glicemici dando luogo a fenomeni di ipoglicemia acuta.
Le mucillagini contribuiscono anche a ridurre l’assorbimento intestinale di carboidrati e anche questo può influenzare l’eventuale terapia antidiabetica orale.
Inoltre le stesse mucillagini potrebbero contrastare o ritardare l’assorbimento di farmaci assunti per via orale, pertanto si consiglia di assumere il preparato a base di altea con un intervallo di almeno due ore da eventuali farmaci.
L’estratto di radice di altea non è indicato per bambini al di sotto dei 3 anni.
Per precauzione si sconsiglia l’uso in gravidanza ed allattamento. Consultare il medico in caso di peggioramento dei sintomi durante il trattamento.
Lo sciroppo di altea può contenere un discreto quantitativo di saccarosio di cui è bene tener conto.
Posologia
Per il trattamento delle affezioni bronchiali generalmente la dose indicata è quella di a 0.5-3 grammi più volte durante il giorno, fino ad un massimo di 15 grammi/die per la cura di tosse secca sotto forma di droga sminuzzata o essiccata, dose da 3-5 grammi tre volte durante il giorno per la cura di sindromi gastrointestinali.
Se sotto forma di estratto liquido è consigliato assumere una singola dose da 5 ml, 3-6 volte al giorno.
Se invece l’altea viene utilizzata come sciroppo preparato dal macerato, normalmente si indica di prenderne una singola dose da 2-10 ml 3 volte al giorno.
Da considerare che tutti i preparati, anche quelli cosiddetti naturali o erboristici, devono essere valutati e indicati da un medico qualificato.
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