Erisipela, qual è la causa e come si cura
Erisipela, vuol dire letteralmente “arrossamento della pelle“, ma è molto di più, di quanto questo termine possa rappresentare; è un’infezione profonda della pelle, causata dallo streptococco nella maggior parte dei casi, ma anche dallo stafilococco aureo, ed altri batteri.
Solitamente tutto comincia con un taglio, un graffio, una piccola ferita, che in principio non sembra avere grossi problemi; purtroppo a volte in queste “aperture“, per così dire, si infilano i germi provenienti da qualche sorgente infetta con cui si viene a contatto, e l’infezione si estende all’interno, e ce se ne rende conto solo quando diventa di una certa gravità. A quel punto sono interessati dall’infezione anche l’ipoderma e i vasi linfatici circostanti.
Braccia, arti inferiori, viso, sono le parti del nostro corpo, più comunemente coinvolte dall’erisipela, la quale provoca in breve tempo, una vera e propria macerazione del tessuto circostante, impossibile da curare se non con le maniere forti. La pelle diventa spessa, rigonfia, lucida in superficie, e molto calda al tatto, tutta la zona risulta assai dolorante, e nelle situazioni già pesanti, intervengono febbre alta, capogiri, sonnolenza, sensazione di freddo e brividi. In qualche caso si producono bolle, vesciche, pustole purulente, e prurito.
Chi viene colpito dall’erisipela
L’erisipela può colpire indifferentemente giovani e meno giovani, ma obiettivamente i bambini sono più esposti, a causa della situazione del loro sistema immunitario, non ancora ben strutturato; la stessa cosa però, può valere anche per gli anziani, i quali, a causa del generale decadimento dell’organismo, risultano molto vulnerabili alle aggressioni batteriche; anche i soggetti già provati a causa di qualche altra patologia, da una pesante cura, ad esempio con cortisone, o provenienti da una convalescenza importante o da un intervento chirurgico; insomma, tutte quelle persone che, per un motivo o per un altro, non sono in perfette condizioni di salute.
Lo streptococco non è sconosciuto al nostro organismo, ma deve essere circoscritto ad alcune situazioni e circostanze specifiche; quando il nostro sistema immunitario lo rileva, in piccole quantità, è capacissimo di isolarlo e renderlo innocuo, ma quando il batterio si è già moltiplicato e stabilito in un habitat ad esso favorevole, il sistema immunitario non può più nulla, anzi, gli anticorpi vengono addirittura fagocitati dagli streptococchi, e dunque ne divengono nutrimento involontario.
Diagnosticare l’erisipela
E’ necessario rivolgersi al proprio medico in caso di sospetto, per una corretta diagnosi; spesso basterà un semplice esame obiettivo della situazione della pelle, per consentirgli di comprendere la presenza dell’infezione; se il medico dovesse avere seri dubbi, procederà ad un prelievo di tessuto per una biopsia, cioè un esame clinico più dettagliato, anche per escludere il carcinoma erisipeloide, o il carcinoma infiammatorio.
Alcune malattie molto meno gravi, come l’herpes zoster, o la dermatite da contatto, possono essere confuse con l’erisipela, per la presenza di indicatori abbastanza simili alla vista.
Un’altra variante si chiama erisipeloide, ma non è causata dallo streptococco o dallo stafilococco, ma da un bacillo dei suini del Mar Rosso, l’herisipelothrix, provoca chiazze tendenti al blu, ed ha un decorso più lento.
Come si cura l’erisipela
L’infezione da streptococco, e dunque l’erisipela, è una patologia molto grave che può portare conseguenze disastrose; è necessario intervenire subito, al primo sospetto, in modo che il medico possa prescrivere al più presto possibile antibiotici, ad esempio penicillina, eritromicina, cefalosporina, che devono essere assunti almeno per dieci giorni, o comunque per tutto il tempo stabilito dal medico, senza sconti.
A volte sono necessarie numerose medicazioni durante il trattamento, con drenaggio della ferita, e bendaggio leggero che consenta una buona traspirazione, senza però esporla a polvere ed altri agenti dannosi; è necessario altresì evitare che soggetti sani con ferite o tagli vengano a contatto con la parte malata, che è contagiosa.
In caso si sospetti l’infezione da stafilococco aureo, l’antibiotico potrà essere la vancomicina, in quanto questo batterio è resistente alle penicilline; se l’erisipela ha interessato i piedi, e se c’è presenza di infezione fungina, sarà necessario anche un trattamento antimicotico, per prevenire le recidive.
Per alleviare un po’ il dolore provocato dall’erisipela, si può ricorrere ad un analgesico, coadiuvato da impacchi freddi, di ghiaccio o simili, per contenere l’elevata temperatura dell’infezione.
E’ strettamente necessario attenersi alla terapia consigliata dal medico, in quanto l’erisipela può portare gravi conseguenze, se mal curata, e ritornare anche più volte a distanza di tempo.
Il consiglio più prezioso resta quello della prevenzione, che si può realizzare prestando attenzione ad ogni più piccola ferita, garantendo la massima igiene possibile e consultando il medico ogni volta sia necessario.
Alcune complicazioni dell’erisipela
Fortunatamente le complicazioni sono piuttosto rare, probabilmente a causa degli antibiotici disponibili attualmente, che riescono a coprire gran parte delle infezioni possibili.
Soltanto nell’1% dei casi, l’erisipela degenera in endocardite a livello della valvola aortica; altre volte in ascessi, glomerulonefrite, polmonite, a seconda del luogo in cui ha avuto origine l’infezione, bocca, reni, polmoni.
Se i batteri raggiungono il circolo del sangue, possono provocare sepsi o setticemia, per il rilascio delle loro numerose tossine, che poi proliferano velocemente.
La complicanza più grave resta la fascite necrotizzante, che uccide letteralmente i tessuti e può portare alla morte.
Lascia un commento