Che cos’è il vino vegano? Qual è la differenza?
Il Vino Vegano è un vino biologico prodotto senza alcuna sostanza di origine animale. Ci sono tre tipi di vino biologico in commercio, e tutti e tre stanno vivendo un loro momento di protagonismo sul mercato, grazie alla maggiore consapevolezza del consumatore moderno, che si chiede che cosa c’è nel suo piatto o nel suo bicchiere, e pretende di sapere anche come è stato prodotto quel particolare cibo o bevanda.
Ma qual è la differenza?
Nel caso del vino, possiamo trovare:
- il vino biologico, che ha la caratteristica peculiare di essere prodotto da vitigni e terreni, i quali non sono stati coltivati o concimati con alcuna sostanza artificiale, chimica nella fattispecie, e che quindi nella loro filiera rispettano in tutto e per tutto l’equilibrio che la natura stabilisce senza alterazioni;
- il vino vegetariano, si distingue da quello biologico, perché oltre a non contenere sostanze chimiche, i cosiddetti additivi, non contiene alcuna sostanza di origine animale, come la caseina, l’albumina, la colla d’ossa, la colla di pesce, la gelatina;
- il vino vegano, ancora più specifico, viene da un processo di produzione che, non solo non contiene i prodotti di cui sopra, ma non li utilizza neanche durante le fasi tecnologiche.
Le fasi tecnologiche di produzione
Il viaggio dell’uva fino al nostro bicchiere è davvero lungo, e il processo si sviluppa attraverso le fasi classiche della raccolta, della spremitura, della fermentazione, l’eventuale invecchiamento, l’imbottigliamento e poi l’immissione in commercio.
Dopo la fermentazione c’è una fase di intermezzo nella produzione che viene detta chiarificazione; questo processo ha la finalità di rendere il vino il più chiaro e limpido possibile.
Lo scopo si ottiene tramite l’aggiunta al liquido di alcune sostanze, dette coadiuvanti, che possono essere albumina, sieroalbumina, gelatina, caseina; in particolare con i vini rossi si usa l’albumina d’uovo, mentre per i bianchi si preferisce la caseina, derivata dal latte. Dopo la chiarificazione, queste sostanze generalmente si depositano sul fondo e non interferiscono affatto con il sapore o con il colore del vino, tranne appunto, la limpidezza, ma è ovvio che non si può escludere che ne resti qualche minima traccia.
Il vino vegano non passa attraverso questo processo di chiarificazione e quindi non contiene assolutamente neanche la minima traccia di sostanze di origine animale. Addirittura nella coltivazione delle viti, i produttori di vino vegano si assicurano che non vengano usati neanche contenitori, utensili o guanti che contengano qualche tipo di sostanza di origine animale.
Il vino vegano è torbido?
Ci si potrebbe domandare a questo punto, ma allora, se vogliamo un vino senza additivi di alcun genere, siamo costretti ad accontentarci di un vino torbido? Fortunatamente no.
Alcune aziende produttrici di vino vegano, da alcuni anni a questa parte, stanno iniziando un percorso di qualità, sicuramente complicato e faticoso, ma che sta portando molti importanti risultati.
Tutto comincia con il terreno. Si prende esempio dal bosco, e dal suo concetto naturale di autosostentamento; in parole più semplici, si riproduce il concetto presente in natura, che afferma che ogni cosa è utile e necessaria alla nascita, la crescita, la resistenza di ogni pianta.
Sul terreno circostante le radici di vite, vengono distribuiti i consorzi microbiologici, che sono composti da una grande varietà di lieviti, batteri, funghi, solitamente presenti in natura, in grado di arricchire i grappoli d’uva, aumentando la quantità di polifenoli, e irrobustendo le radici fino a 400 volte e rendendole molto più resistenti agli attacchi di qualunque tipo.
L’obiettivo è quello di ripristinare lo stato della coltivazione alla sua caratteristica pre-impianto, ovvero a prima che si iniziasse a zappare, pulire, disinfestare, e di conseguenza, impoverire la terra. Questo processo viene denominato agricoltura simbiotica.
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