Orthosiphon, cos’è e controindicazioni
Orthosiphon per contrastare la cellulite e tornare in forma in poco tempo. Dalla natura arriva un prezioso aiuto conquistando la fama di vera e propria erba miracolosa.
Orthosiphon, un po’ di storia
L’Orthosiphon è una pianta che vanta antiche origini. È stata da sempre utilizzata dai popoli asiatici, soprattutto per le proprietà benefiche su reni e vescica. Le priorità di questa pianta sono davvero numerose.
È molto utilizzata, infatti, per le proprietà diuretiche, oltre che per quelle antipertensive e antinfiammatorie. Inoltre, ha effetti positivi sulle funzioni digestive e consente di mantenere costante la flora intestinale. È nota anche come tè di Giava (gli indigeni la utilizzavano proprio al posto della più nota bevanda tanto amata dagli inglesi), perché è proprio su questa isola dell’Asia tropicale che l’Orthosiphon trova la sua origine e diffusione.
È molto coltivata anche in Indonesia che si caratterizza per essere il primo produttore mondiale di questa pianta, oltre che il primo esportatore. Difficile da coltivare in Europa, a causa delle differenze climatiche con i suoi terreni di origine. In realtà i cambiamenti climatici in corso stanno dando vita a un microclima che potrebbe, nei prossimi anni, favorire l’apertura alla sperimentazione della coltivazione anche nel Vecchio Continente.
La pianta: ecco come si presenta
L’Orthosiphon, il cui nome scientifico è Orthosiphon spicatus Thunb Back oppure Orthosiphon aristatus Blume Miq, è nota anche come “pianta dei baffi di gatto”. Il nome deriva dai particolarissimi fiori che la caratterizzano: bianchi, con lunghi stami. Il suo aspetto la rende particolarmente ricercata anche per allestimenti e coreografie botaniche di spazi verdi pubblici.
Appartiene alla famiglia delle labiate o lamiacee. Per i non botanici, si tratta della stessa famiglia di piante a noi più vicine, come il rosmarino, la menta o la salvia. Raggiunge, di solito, l’altezza di 80 cm, nonostante tenda ad assumere un portamento strisciante. I rami della pianta sono caratterizzati da foglie lanceolate-ovali, dal margine seghettato in maniera irregolare. Il fusto è quadrangolare e presenta poche ramificazioni. Di solito vengono consumate le foglie essiccate della pianta, raccolte rigorosamente a mano, con il supporto di un falcetto.
Le proprietà dell’Orthosiphon
Questa pianta, molto usata anche per la realizzazione di prodotti cosmetici, ha importanti proprietà diuretiche perché facilita l’espulsione del cloruro di sodio. Viene, infatti, utilizzata nei preparati utili per contrastare l’ipertensione arteriosa, i calcoli renali o le infezioni del tratto urinario. L’olio prodotto da questa pianta, inoltre, ha proprietà antibatteriche e antiflogistiche. Questo prodotto viene utilizzato anche per alleviare dolori e fastidi dati da ematuria, gotta, reumatismi, albuminuria.
È moto utilizzato anche nella medicina omeopatica, soprattutto sotto forma di tintura madre, granuli e gocce. L’omeopatia fa ricorsa alle sue proprietà per curare coliche renali, nefrolitiasi ma anche cellulite, obesità, sovrappeso e calcoli biliari. I medicinali omeopatici a base di questa piante orientale, dai molteplici e curiosi nomi, inoltre, vengono assunti non solo per curare le patologie fin qui indicate ma anche per prevenirle. L’Orthosiphon, infatti, ha proprio la capacità di evitare l’insorgere di alcune problematiche che potrebbero danneggiare l’organismo.
Controindicazioni dell’orthosiphon
Ci sono alcuni casi in cui è bene evitare l’assunzione dei derivati di questa pianta a causa delle possibili interazioni delle sue proprietà con patologie delicate. È il caso, ad esempio, dei soggetti affetti da insufficienza renale o cardiaca. È sconsigliata l’assunzione anche in caso di ipersensibilità verso uno o più dei suoi componenti. Meglio evitare di fare ricorso alle proprietà di questa pianta anche se si stanno già assumendo farmaci diuretici o ipotensivi. La somma delle proprietà di questi due elementi, infatti, potrebbe produrre più danni che benefici.
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