Piadina romagnola: i valori nutrizionali un orgoglio tutto italiano
Avete fame ma con questo caldo volete qualcosa di gustoso, nutriente e al contempo leggero? La piadina romagnola è l’alimento ideale!
La piadina romagnola ed i suoi usi
La piadina romagnola è una variante del pane tradizionale, tipica della cucina Romagnola. In pratica è una focaccia semplice da preparare di forma rotonda conosciuta già dall’ antichità, cotta tradizionalmente sulla “teggia”, un piatto di terracotta, anche se oggi spesso si preferisce utilizzare delle piastre di metallo o delle lastre di pietra refrattaria chiamate “testo”.
Può essere consumata da sola al posto del pane o della focaccia, oppure come piatto unico farcendolo con le pietanze preferite: con salsiccia e cipolla, con affettati vari, porchetta, rucola e squacquerone, ma anche Nutella, gianduia o marmellate varie per la variante dolce. Questa sua versatilità e la sua facilità di preparazione la rende un piatto ideale in molte occasione, e questo ha contribuito alla sua diffusione.
La piadina romagnola classica e le sue varianti
La ricetta della piadina classica utilizza farina di grano, strutto, lievito, sale e acqua, ma gli ingredienti possono variare a seconda delle necessità o dei propri gusti. Ecco che per diete ipocaloriche o in caso di intolleranze lo strutto può essere sostituito da olio extravergine, la farina di grano con la farina integrale o con il Kamut, che la rende più leggera.
La Galbani ad esempio propone 4 tipi di ricette:
- La piadina classica: farina di grano, strutto lievito di birra, sale e acqua
- La piadina senza strutto: farina, olio di girasole, olio di oliva, sale, acqua e lievito
- La piadina integrale: farina integrale, burro, acqua, latte, sale e lievito
- La piadina saracena: farina 00, farina di grano saraceno, acqua, olio, sale e lievito
Non bisogna dimenticare poi che la piadina è ormai diffusa in tutta Italia e oltre, e naturalmente ogni località apporta delle modifiche a seconda della propria tradizione culinaria, anche all’ interno della stessa Emilia Romagna, dove, in pianura la ritroviamo nella variante classica, mentre in montagna si usa lievitarla di più rendendola più corposa.
Valori nutrizionali della piadina
La piadina romagnola da sola non è molto calorica: 100 g di prodotto apportano alla dieta circa 370 calorie, che corrispondono sono al 9% della GDA, cioè delle quantità raccomandate giornaliere, e risulta così composta (valori per cento grammi):
- 28 grammi di acqua
- 6 grammi di proteine
- 50 grammi di carboidrati
- 35 grammi di amido
- 12 grammi di grassi
- 10 grammi di zuccheri
- 40 milligrammi di colesterolo
- 12 milligrammi di calcio
- 48 milligrammi di fosforo
Bisogna quindi stare attenti al tipo di farcitura utilizzato, a seconda delle proprie necessità, che innalzano notevolmente l’apporto calorico.
La diffusione della piadina e il suo mercato
Dopo 10 anni di battaglie da parte dei produttori locali romagnoli, la Commissione Europea ha riconosciuto loro, nel 2014, il marchio IGP – Indicazione Geografica Protetta, che ne ha favorito il commercio anche oltralpe (circa il 10% del totale della sua produzione è destinata all’export).
La produzione totale di piadina romagnola nel 2013 è arrivata alla cifra di 61mila tonnellate, di cui il 75% prodotto in Romagna, con un fatturato che ha toccato i 125 milioni di euro. Con la certificazione alcune aziende Romagnole (ad oggi 23) hanno cominciato a produrre Piadina Certificata che ha toccato quota 11mila tonnellate per un fatturato di circa 27 milioni di Euro.
Secondo Paolo Migani, presidente del Consorzio di Promozione e tutela della Piadina Romagnola IGP, il successo di questo prodotto è dato da tre fattori “l’intreccio tra storia e cultura, il rapporto qualità-prezzo e la versatilità in una infinità di abbinamenti. Chi mangia una piadina non mangia solo un prodotto, ma anche un pezzo della nostra tradizione, la genuinità della nostra terra.”
E come dargli torto? Buon appetito!
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