Spinning, cos’è e a cosa serve
Pedalare, bruciare grassi, divertirsi e cacciare via lo stress. Tanti benefici per una sola attività fisica: lo spinning. Una disciplina che piace molto alle donne e che continua a conquistare i cuori degli sportivi. Ma di cosa si tratta?
Passione per la bicicletta
Lo spinning è un’attività aerobica che si realizza su di una bicicletta fissa. Nato come strumento preparatorio per il ciclismo su strada, ha conquistato una sua autonomia affermandosi come uno dei corsi più seguiti – soprattutto dalle donne – delle palestre di mezzo mondo. Secondo Johnny Goldberh, inventore di questa disciplina, il motivo, descritto in un’intervista a Vanity Fair, risiede nel fatto che: «Lo spinning è una cultura, una famiglia, una filosofia di vita.
Lo spinning è divertimento, è prendere lo stress, il dolore, le emozioni e liberarle lasciandosi andare con la musica, perdendosi completamente». Alla base della nascita di questo spot, oltre alle lunghe pedalate in Africa tanto amate dal suo inventore, c’è proprio l’idea di utilizzare la bicicletta come strumento capace di mettere in contatto il fisico con l’energia interiore che risiede in ognuno di noi. «Lo spinning è un pensiero, – aggiunge nell’intervista Johnny Goldberth, noto agli amanti di questa disciplina come Johnny G – significa allenarsi, sudare, divertirsi e scaricare tutta l’energia negativa per stare bene. Io lo definisco “Energy Out”, ovvero allenarsi partendo dal corpo per arrivare alla mente con il raggiungimento di mete e sfruttando l’energia della musica».
Storia di un successo
È la metà degli anni Novanta, in Europa si diffonde una nuova moda americana in fatto di sport: è lo spinning, inventato proprio da un ciclista a stelle e strisce. In cosa consiste? È un metodo che si basa sull’alternanza di pedalate a varie velocità con fasi dedicate alla concentrazione, al training autogeno. Il tutto accompagnato da un adeguato sottofondo musicale. Si tratta di una disciplina di gruppo da mettere in pratica sotto la guida di un istruttore che dà la carica e la giusta motivazione per consumare una pedalata dopo l’altra. È attraverso la musica e le fasi di concentrazioni che il ciclista “da fermo” inizia un vero e proprio viaggio che lo porta a superare lo sforzo fisico e a consumare chilometri.
Ogni lezione ha la durata di circa un’ora e con il tempo la disciplina si è evoluta tanto da essere praticata, oggi, anche in piscina. Quante volte a settimana andrebbe praticato per ottenere risultati soddisfacenti? Almeno 3 o 4 volte ed è bene ricordare che i benefici non sono solo fisici, lo spinning consente un importante dispendio di calorie, ma anche psicofisici perché questa disciplina favorisce la concentrazione con importanti benefici sulla psiche e la gestione di ansie e stress.
I benefici dello spinning
Lo spinning – cosa da non sottovalutare – offre al possibilità di vedere quasi fin da subito i vantaggi delle sedute. In un’ora di lezione si arriva a bruciare fino a 550 calorie. L’allenamento tonifica i muscoli di braccia e gambe e contribuisce alla salute del sistema cardiocircolatorio e di quello respiratorio. Libera le endorfine e questo è un risultato non da poco, che ha effetti molto positivi sull’umore. Una pedalata come un tocchetto di cioccolata. Il fisico si trasforma rapidamente, anche il grasso addominale tende a sparire e il fisico appare subito più asciutto, snello e scolpito.
Le 5 posizioni
Lo spinning, come visto, alterna fasi in cui è previsto uno sforzo fisico a fasi in cui ci si concentra maggiormente sulla sfera psicologica, sul training autogeno. Esistono 5 posizioni che durante la lezione si alternano, sotto la sapiente guida dell’istruttore, scopriamole insieme.
La prima è quella detta seat and fleat, si tratta d una posizione di base ottima per la fatica di ogni intensità. Si sta seduti, tenendo le braccia leggermente flesse e le mani che impugnano il manubrio a una distanza di circa 10 cm. Mani sul manubrio e bacino leggermente arretrato per assumere la posizione nota come seated climbing. In piedi sui pedali, invece, con i glutei vicini alla sella per la standing flat. La standing climbing, invece, è la posizione tipica delle salite. Il corpo è sollevato e spostato in avanti. Infine, l’ultima posizione è quella denominata jumping, il busto si solleva di continuo come in una serie di salti.
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