Stretching Mézières: a cosa serve
Il metodo Mézières fu inventato in Francia nel 1947 dalla fisioterapista Mézières da cui il metodo ha poi preso il nome.
Il metodo è spesso confuso con la ginnastica dolce, anche se si tratta in realtà di un intervento posturale e correttivo basato sull’allungamento muscolare.
Le basi del metodo Mézières
La fisioterapista Mézières sosteneva che il corpo ha una forma che deve rispettare le proporzioni del numero aureo, usato dai classici antichi per le proporzioni da rispettare nella scultura e ripreso poi da Leonardo da Vinci.
Secondo la fisioterapista, bisogna tendere a migliorare la forma e avvicinarsi alla forma perfetta. A partire da queste idee, il metodo cerca di curare l’individuo ripristinando la simmetria generale del corpo, attraverso interventi che mirano ad allungare i muscoli che non hanno elasticità.
A differenza dello stretching tradizionale, che prevede l’allungamento di un gruppo di muscoli per volta, lo stretching Mézières è un tipo di stretching globale che si basa sull’allungamento di intere catene muscolari. In base agli studi della Mézières i muscoli del corpo, soprattutto i lombari e dorsali, si comportano come un unico grande muscolo che può deviare la postura dei capi articolari e delle vertebre su cui si innesta.
I muscoli sono collegati quindi in catene in cui la lunghezza e l’elasticità di ogni singolo muscolo dipende da quella dei muscoli che fanno parte della stessa catena. In genere le catene muscolari si trovano in una condizione di retrazione e devono quindi essere allungate per evitare dimorfismi come la scoliosi, l’ipercifosi o l’iperlordosi.
Allungare intere catene muscolari del corpo è quindi una tecnica efficace che tuttavia deve essere fatta con il metodo e la tecnica giusta, per evitare effetti non previsti sui muscoli. Si tratta quindi di un processo che va effettuato attraverso il lavoro di un fisioterapista.
Come avviene il trattamento con il metodo Mézières
Ogni seduta di stretching Mézières parte con l’osservazione del paziente. La seduta inizia in piedi, poi da seduti in avanti e infine in posizione supina sul pavimento. Dall’osservazione del paziente, il terapista riesce a rilevare le asimmetrie presenti sulle quali intervenire.
Il trattamento si realizza quindi attraverso una successione di posture proposte dal terapista, che il paziente deve mantenere per qualche minuto. Scopo delle posture è l’allungamento delle catene muscolari. L’allungamento muscolare provoca spesso una sensazione di dolore, contro la quale il corpo inconsciamente mette in atto alcune compensazioni, proprio per evitarlo. Non esistono posture standardizzate, poiché queste dipendono dalla situazione e dalle deformazioni di ogni singolo individuo anche se esistono dei principi di base. Questo perché esistono sintomi comuni delle diverse deformazioni: chi soffre di sciatalgia ad esempio lamenterà spesso dolori al gluteo o alla coscia.
A partire dai principi di base, il terapista realizzerà di volta in volta le sequenza di esercizi più efficaci alla specifica situazione.
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