La psoriasi guttata: cos’è e come si cura
La psoriasi guttata è una malattia della pelle che si manifesta soprattutto nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 15 anni. In alcuni casi, può essere contratta anche da soggetti fino a 30 anni di età.
In base a recenti indagini dell’Università di Modena e Reggio-Emilia, circa 2 milioni e mezzo di persone in Italia sono affette da psoriasi ma, di queste, solo un decimo è affetto dalla patologia guttata, che quindi risulta il tipo di psoriasi meno diffuso.
Psoriasi guttata: cos’è
Il nome psoriasi guttata deriva dal latino “gutta”, ovvero goccia.
Di solito la psoriasi guttata si manifesta in seguito ad un’infezione batterica alle vie aeree, come mal di gola, faringite e tonsillite. In seguito all’infezione, sulla pelle compariranno delle piccole macchie rosse con lesioni, che generano prurito. Nei giorni successivi, le macchie si allargano e assumono forma ovale e la pelle si screpola.
Questa patologia provoca disagio nei rapporti sociali ma può essere curata, riducendo l’irritazione.
Le macchie si sviluppano soprattutto sul tronco, sul cuoio capelluto, sugli arti e, raramente, sul viso.
La psoriasi guttata è contagiosa?
La psoriasi guttata non è una malattia contagiosa che si trasmette da individuo a individuo ma deve essere curata attraverso terapie adeguate. La psoriasi guttosa può tuttavia essere ereditaria.
La prima cosa da fare è consultare un dermatologo per verificare la natura e lo stadio della psoriasi e cercare di ridurre il prurito, che può generare anche attacchi critici, dai quali è difficile trattenersi.
Cause della psoriasi guttata
Le cause della psoriasi guttata non sono tuttora conosciute, anche se la medicina attribuisce generalmente la patologia ad un indebolimento del sistema immunitario.
I soggetti che affrontano periodi di stress intenso sono sicuramente più esposti all’insorgenza della psoriasi. Lo stress può anche essere accentuato dalla psoriasi stessa e dalla difficoltà relazionale che ne consegue, innescando un circolo vizioso: è così che la psoriasi raggiunge picchi molto aggressivi nei periodi di stress.
Come riconoscere la psoriasi guttata?
Il dermatologo analizzerà la zona del corpo interessata con un esame obiettivo accompagnato di solito da biopsia, cioè prelievo di una parte di pelle ‘infetta’ da analizzare al microscopio.
I risultati della biopsia consentiranno di diagnosticare in modo corretto la patologia e prescrivere la cura più adatta.
Cura della psoriasi guttata
La psoriasi non può essere debellata in modo definivo ma esistono cure palliative che possono mitigarla.
Le prime cure prescritte dal dermatologo saranno pomate e gel ad uso topico e a base di corticosteroidei, cioè ormoni delle ghiandole surrenali, che attenueranno il prurito, il rossore e l’ampiezza delle chiazze. Bisogna tuttavia prestare attenzione alla durata di questi trattamenti, perchè questi farmaci hanno la controindicazione di assottigliare troppo la pelle.
Lozioni emollienti ed idratanti possono invece servire a rimuovere la pelle squamosa, senza creare lesioni che possono causare infezioni.
Anche assumere vitamina D3 aiuterà a ridurre il problema. La vitamina D può essere sintetizzata anche attraverso un’attenta esposizione al sole e assumendo cibi come il fegato, l’olio di merluzzo o integratori mirati.
L’esposizione al sole di un individuo affetto da psoriasi guttata deve avvenire in modo responsabile, proteggendo la pelle con creme ad alto fattore di protezione UV, prive di alcool, per non irritare il derma. Anche gli orari di esposizione sono importanti, poiché il surriscaldamento eccessivo della pelle può portare anche ad un peggioramento della malattia; è utile pertanto evitare le ore più calde e bagnarsi spesso, o in mare, oppure con uno spruzzatore pieno di acqua.
Anche la fototerapia può portare buoni risultati: i raggi UVB possono essere adeguatamente modulati con macchinari a bassa frequenza, che inducono una regressione visibile della patologia. I risultati migliori si ottengono quando il trattamento è ripetuto a fasi cicliche.
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