Piattole, cause e rimedi
La pediculosi dell’uomo dipende da tre tipi di insetti diversi:
- il pidocchio del corpo
- il pidocchio della testa
- il pidocchio del pube
Il pidocchio del corpo è l’unico pericoloso, che può portare ad infezioni anche gravi, come la febbre ricorrente e il tifo. La diffusione di questo pidocchio è limitato alle zone della Terra con condizioni socio-economiche caratterizzate da povertà e scarsa igiene.
Il pidocchio del pube, noto anche come piattola, non comporta infezioni ma fa parte delle malattie sessualmente trasmissibili.
Com’è fatta la piattola
Il pidocchio del pube, o piattola, è piccolo ma visibile con una lente di ingrandimento domestica. È un insetto a sei zampe, di forma triangolare, di colore bruno e di forma schiacciata. Attraverso gli uncini, si aggrappa ai peli ed inserisce il suo apparato buccale nella pelle, così da poter succhiare il sangue.
La puntura del pidocchio non si avverte come dolorosa, poiché al momento della puntura, l’insetto inietta nel corpo un anestetico e un anticoagulante. Il colore dell’insetto dipende dalla sua età e da quanto sangue ha assorbito: se è giovane, sarà quasi trasparente e difficile da vedere ad occhio nudo. Si coniglia per questo di richiedere un esame dermatoscopico ad ogni visita.
La piatttola si attacca di preferenza ai peli pubici ma può diffondersi anche ad altre zone pelose del corpo umano, come le ascelle o le sopracciglia. Rara è la presenza delle piattola in testa, dato che i capelli sono generalmente habitat di un altro tipo di pidocchio.
Cause dell’infestazione da pidocchi: il contagio
Il pidocchio del pube può essere trasmesso da una persona all’altra attraverso un contatto molto ravvicinato. Il contagio avviene quindi soprattutto per trasmissione sessuale da una persona infetta.
In rari casi, il parassita può passare da una persona all’altra attraverso asciugamani e biancheria.
I bagni pubblici, se puliti, non sono responsabili del contagio. Anche se la pediculosi del pube fa parte delle malattie trasmissibili sessualmente, non è necessario che per contrarla ci sia un rapporto vero e proprio, ma è sufficiente anche dormire a contatto con la persona infetta. Il preservativo non protegge dalla possibilità di contagio.
Sintomi di pediculosi al pube
La pediculosi pubica si manifesta attraverso un prurito alle zone interessate, che aumenta di notte. Il prurito non compare immediatamente dopo il contagio, ma solo dopo qualche settimana, poiché dipende da una reazione allergica alla saliva dell’insetto. Per questo motivo, esiste una finestra temporale in cui il paziente può essere contagioso senza saperlo.
Una reazione della pelle può essere anche la comparsa di piccole macchie di colore grigio-blu. Altro segno della presenza del pidocchio, può essere la presenza di puntini rossi sugli indumenti intimi, poiché l’insetto lascia sulla pelle micro-residui di sangue che sono assorbiti dal tessuto degli slip.
Piattole al pube: la diagnosi
La diagnosi della pediculosi al pube è abbastanza semplice e fatta attraverso un esame dermatoscopico della cute: con il dermatoscopio (una particolare lente di ingrandimento), il dermatologo osserverà le zone interessate dal prurito e troverà i pidocchi e le loro uova, di solito attaccate ai peli pubici, o anche nelle cuciture dei vestiti indossati.
Durante l’indagine, i pidocchi tendono a rimanere immobili poiché impegnati a succhiare il sangue, a differenza dei pidocchi della testa, che sono in continuo movimento; questo facilita la loro identificazione.
Di solito i pazienti affetti hanno avuto di recente rapporti occasionali oppure sono appena tornati da un viaggio in zone del mondo caratterizzate da scarsa igiene.
Bisogna tenere presente che:
- se il paziente si lava spesso, i pidocchi e le uova da trovare saranno pochi e più difficili da individuare;
- se il paziente pratica la ceretta, i pidocchi saranno osservabili nelle aree pelose intatte;
- se il paziente è reduce da una dermatite pregressa, la presenza del pidocchio sarà più difficile da ipotizzare poiché la causa del prurito si attribuirà più facilmente alla precedente dermatite;
- se si hanno follicoliti conseguenti all’atto del grattarsi, ci si concentrerà su queste;
- la piattola potrebbe essere migrata in altre parti pelose del corpo, come le sopracciglia e le ascelle (i capelli sono gli unici peli a non essere interessati da piattole) e quindi anche queste zone vanno indagate.
Terapia della pediculosi al pube
La rasatura è sicuramente la strada migliore da consigliare. Se per ragioni psicologiche, il paziente non vuole effettuarla, un’alternativa è costituita dall’utilizzo di prodotti topici insetticidi, sotto forma di creme, polveri, lozioni o shampoo. I prodotti più diffusi sono il Mom, l’Aftir e il Milice e si applicano generalmente cospargendo la zona interessata, lasciando agire il prodotto per 5 minuti, risciacquando bene e pettinando la zona con un pettine a denti stretti, in modo da eliminare le uova.
Nel caso in cui le piattole infestino l’occhio anziché il pube, la terapia consiste generalmente nell’applicazione di vasellina. Non è efficace invece la rimozione casalinga, che può essere fastidiosa e lasciare le uova in sede.
Le piattole nei bambini
Nei bambini non esistono peli pubici. Le piattole si attaccano quindi di solito alle ciglia e agli occhi, concentrandosi quindi nelle aree del corpo caratterizzate da peli più spessi. In questo caso i pidocchi possono essere causa della blefarite, un’infezione dell’occhio che causa arrossamento, formazione di croste e squame e gonfiore.
Raramente nei bambini le piattole possono attaccarsi ai capelli, generalmente interessati solo dai pidocchi della testa. Il medico potrebbe in questo caso essere ingannato dal prurito e confondere i due tipi di insetti, senza indagare anche altre zone del corpo, come ciglia e sopracciglia, anche se un esame dermatoscopico riuscirà a chiarire la natura del pidocchio.
Bisogna considerare che spesso i bambini si infettano dormendo a contatto con i genitori: per debellare gli insetti, dovranno essere sottoposti a controllo anche i genitori.
In ultima analisi, la piattola nei minori potrebbe essere anche il segno di un abuso sessuale. Per questo motivo, bisogna indagare la storia clinica del bambino, verificando se ci sono segni di maltrattamento sul corpo o se ci sono comportamenti anomali da parte del bambino. In questi casi, è opportuno che il pediatra sia assistito e supportato anche da altri specialisti, come psicologi, ginecologi e medici legali.
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