Pungitopo: benefici e proprietà
Il pungitopo è una pianta con foglie sempreverdi che in inverno si ricoprono di bacche rosse brillanti, non commestibili. Il pungitopo ha piccoli rametti verdi e foglie appiattite che terminano all’estremità con una spina. In Italia è diffuso un po’ ovunque, tranne che in Pianura Padana. In alcune regioni è una specie protetta e quindi non può essere raccolta ma, grazie alle sue proprietà officinali, può essere coltivata. Il pungitopo ha numerose proprietà e benefici sull’organismo. Scopriamoli insieme.
Le proprietà del pungitopo
Il pungitopo è un’importante pianta medicinale. Possiede numerosi principi attivi, concentrati nelle foglie e nella radice ed è ricco di ruscina, ruscoide, potassio, calcio, oli essenziali come la canfora o il linalolo, alcuni lavonoidi, zuccheri e grassi. Le radici sono raccolte in autunno o in primavera, ripulite dalla terra e fatte essiccare, dopo che vengono conservate in sacchetti di carta o in barattoli di vetro.
Le sue proprietà fitoterapiche sono note fin dai tempi antichi, quando questa pianta era utilizzata a scopo antinfiammatorio, astringente e per contrastare la sudorazione.
Grazie alla presenza di fitosteroli, il pungitopo possiede proprietà diuretiche, sedative e antinfiammatorie per le vie urinarie e può servire a contrastare la gotta, i calcoli renali e le cistiti.
In ambito fitoterapico, il pungitopo è il più importante vasocostrittore noto, utile contro le vene varicose, rispetto alle quali esercita un’azione vasocostrittoria a livello dei capillari. Nello specifico, il pungitopo esercita un’azione antinfiammatoria sui capillari, favorendo la circolazione del sangue e diminuendo il senso di pesantezza e gonfiore agli arti. A questo scopo, il pungitopo è usato nella preparazione di creme e pomate, da applicare soprattutto sulle gambe per attenuare il senso di stanchezza.
Come si consuma il pungitopo?
Il pungitopo può essere impiegato sotto forma di infusi, tisane o creme ad uso topico. Per combattere ritenzione idrica, febbre e calcoli renali, il pungitopo è assunto soprattutto sotto forma di tisana di radici.
Per preparare una tisana di radici bisogna disporre in una tazza 50 grammi di radici e versarci sopra dell’acqua bollente. Il composto va coperto, fatto riposare per 10 minuti e filtrato, per poi assumerne due tazze al giorno.
In alcune parti di Italia i germogli di pungitopo, quando sono ancora giovani e teneri, vengono raccolti e destinati a uso alimentare: si mettono a bollire e si conservano sotto olio o sott’aceto. Hanno un aspetto e un sapore simile agli asparagi ma sono più amari ed è per questo che sono cotti di solito in acqua e aceto. Sono utilizzati come antipasto oppure per accompagnare i secondi di carne, uova o i risotti.
In alcune regioni, la pianta secca è usata anche per pulire il camino oppure per realizzare delle scope rudimentali.
Il pungitopo nella tradizione
Il nome del pungitopo deriva dall’antica usanza di porre il pungitopo intorno al formaggio o ad altri cibi, per evitare che i roditori le mangiassero.
Fin dai tempi antichi è utilizzato e donato nel periodo natalizio come simbolo di buon augurio. I popoli germanici usavano onorare gli spiriti di boschi con rametti di pungitopo, mentre i popoli latini si scambiavano il pungitopo nel corso delle celebrazioni. I cristiani invece lo consideravano un simbolo di fertilità e di abbondanza.
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