Ravizzone e olio di ravizzone: usi e caratteristiche
Il ravizzone è una pianta che si colloca a metà strada tra il genere delle rape e quello dei cavoli.
La pianta ha fiori gialli e semi tondi di colore bruno e cresce in Europa in condizioni di clima temperato. Si tratta nello specifico di una rapa che produce olio e che è molto simile alla colza, altra rapa olifera, motivo per cui spesso le due specie sono state confuse e mescolate e quindi sia la commercializzazione che il consumo non sono facilmente distinguibili tra un tipo di rapa e l’altro.
L’olio di ravizzone nella storia
Il ravizzone e l’olio che se ne ricava sono noti fin dall’antichità. Anche se i Romani lo ignoravano, i Galli in Europa centrale ne facevano ampio uso.
Da alcuni reperti sembra che il ravizzone sia stato coltivato per la prima volta in Francia tra il XII e il XIV secolo e che già nel Medioevo il ravizzone era scambiato e venduto tramite il commercio.
Così come altri tipi di olio, l’olio di ravizzone fu discriminato da buona parte della comunità scientifica, fino ad essere poi riabilitato nel 1774, grazie alle pubblicazioni dell’abate francese Rozier.
Dall’800, quest’olio iniziò quindi ad essere usato soprattutto durante la Quaresima, periodo in cui latte e burro erano banditi per motivi religiosi.
Come si usa l’olio di ravizzone e i suoi semi
L’olio di ravizzone è ricco di Omega 3 ed è molto prezioso poiché abbastanza raro: tra i semi oleosi l’olio di semi di ravizzone è secondo solo a quello dei semi di lino.
Già nel ‘700, l’olio di ravizzone era considerato sia un alimento che un olio dalle proprietà emollienti. Queste sono state confermate e ad esse si è aggiunta anche una specifica azione lassativa.
In passato, si riteneva che questo olio potesse avere una funzione di prevenzione contro coliche renali ed epatiche ma in realtà si tratta solo di un’ipotesi non confermata.
Nella tradizione popolare, bere un bicchiere di olio di ravizzone era considerato anche un antidoto contro il morso della vipera.
L’olio usato a uso topico agisce come cicatrizzante per le piaghe, dato che la sua azione emolliente è benefica per la pelle ed ha un’azione lenitiva poiché frizionato nei massaggi, può essere utile per curare i dolori.
Del ravizzone si usano anche i semi. Questi sono composti da proteine, grassi e fibre e contengono un acido leggermente tossico se assunto in quantità elevate. I semi sono utili alla salute del cuore e per contrastare il colesterolo cattivo. Assunti in polvere, hanno anche un’azione diuretica e lassativa, mentre se sono mischiati al miele, possono avere un’azione emolliente contro bronchite e tosse.
Usi del ravizzone in cucina
Come alimento, l’olio di ravizzone non è molto usato, se non in poche realtà territoriali. Più diffuso è invece il suo uso nelle produzioni industriali di cosmetici e saponi.
In ogni caso, in cucina questo olio può essere usato per piatti che hanno bisogno di una buona tenuta, dato che è maggiormente emulsionante rispetto ad altri oli, ed è facilmente conservabile, tanto da essere aggiunto come ingrediente per produrre margarine e maionesi. Benché ricco di Omega 3, molti sostengono che l’olio di ravizzone sia buono da utilizzare anche come olio da frittura, dato che ha una consistenza grassa e vischiosa.
I suoi fiori invece attirano le api, che ne producono un miele caratterizzato da un profumo molto intenso e particolare.
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