Orzo perlato, depurazione naturale
L’orzo perlato appartiene alla famiglia della Graminacee, alla quale appartengono anche il frumento, il mais, l’avena. Si distingue per la colorazione brunastra, e per la capacità di resistere anche a basse temperature, e per questo motivo è l’unico cereale coltivato in Siberia, insieme alla segale.
L’orzo si utilizza fin da tempi antichissimi per farne bevande, infatti ancora oggi si produce la birra al malto d’orzo, ma anche per macinarlo e farne farine; i suoi chicchi sono utilizzati per zuppe o minestre, in modalità diverse: integrale, decorticato, perlato.
L’orzo perlato è completamente nudo, privato cioè sia della parte esterna, che dell’embrione, mentre quello decorticato viene soltanto sbucciato, e quello integrale mantiene intatta tutta la sua struttura.
Le origini
Si suppone che l’orzo abbia almeno diecimila anni, se ne rintracciano testimonianze nelle civiltà sumere, greche, egizie, romane; la prima birra a base d’orzo di cui si abbia documento, è nominata nelle stele funerarie rinvenute in numerose tombe, insieme a vasi che dovevano averla contenuta. Inoltre l’orzo costituiva, insieme al farro, anche un metodo di pagamento: i salari degli operai egizi erano per lo più costituiti da sacchi di questi cereali, di cui l’Egitto era ricco.
L’orzo viene nominato anche nella Bibbia, in particolare nella storia di Ruth, che ne era una spigolatrice. Nel Medioevo l’orzo perse importanza a favore del suo parente più nobile, il frumento, e venne relegato a cibo per poveri e per animali. Grazie al recente interesse per l’alimentazione povera di calorie e ricca di nutrienti, l’orzo è tornato protagonista a pieno titolo della buona cucina internazionale.
Valori nutrizionali
I componenti dell’orzo perlato sono: carboidrati per l’83%, proteine 13%, lipidi 4%.
Nel dettaglio possiamo elencare gli aminoacidi essenziali: acido aspartico e glutammico, alanina, arginina, cistina, glicina, fenilalanina, istidina, isoleucina, leucina, lisina, prolina, metionina, serina, tirosina, triptofano, treonina e valina; le vitamine: A, B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K; i minerali: sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo, magnesio, zinco, silicio; le fibre.
Per 100 grammi di orzo perlato abbiamo 319 calorie, a differenza delle 358 del grano.
Come gli altri cereali, contiene glutine, ed è pertanto sconsigliato ai celiaci.
Le proprietà e i benefici dell’orzo perlato
L’orzo perlato è un depuratore naturale e rimineralizzante. Possiede virtù antinfiammatorie, sotto forma di decotto, sia per il cavo orale che per l’apparato digerente, l’intestino, il colon, la vescica. Stimola la produzione di succhi digestivi, aiuta la regolarità e combatte la stipsi, accelera il metabolismo e aiuta a combattere il gonfiore addominale. Grazie alle buone quantità di vitamine del gruppo B, apporta benefici al sistema cardiovascolare e abbassa il rischio di coaguli di sangue.
Contiene il doppio di vitamina C rispetto alle arance, di conseguenza rafforza il sistema immunitario e aiuta ad affrontare i classici malanni della stagione fredda. Aumenta il senso di sazietà, pertanto è amico dei regimi ipocalorici, contrasta le cistiti e il reflusso gastrico. Essendo ricco di amido e proteine, nonché zuccheri e sali minerali, l’orzo perlato è anche rinforzante e stimolante.
I minerali in esso contenuti, e in particolare il silice, aiutano a mantenere la calma e la concentrazione; è consigliato alle donne che allattano, perché la sua particolare composizione favorisce la formazione di latte.
Gli scienziati americani hanno condotto una ricerca speciale sull’orzo perlato, richiesta dal Ministero della Sanità nel 1964, e sono riusciti ad isolare una speciale molecola della vitamina E, il tocotrienolo, un potente antiossidante, considerato efficace nel controllare il livello di colesterolo LDL, e di valido aiuto nel corso di varie patologie infiammatorie, e persino nelle formazioni neoplastiche. Questa stessa molecola della vitamina E è quella che viene abitualmente impiegata nelle creme antietà per il viso, perché favorisce la rigenerazione del tessuto cutaneo e ne ritarda l’invecchiamento; nell’orzo questa funzione viene moltiplicata dalla presenza del selenio e dell’acido silicico.
L’orzo risulta particolarmente adatto anche nella cura del diabete, in quanto contiene fibra solubile in grado di contrastare l’assorbimento di zuccheri da parte dell’organismo.
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